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Non appena svegli spiego bene a Cam quello che mi ha detto Sid ed iniziamo a discuterne.
«Lo so che sono paranoica ma...e se Sid non fosse chi dice? Insomma per quanto ne sappiamo è uno qualunque e tra l'altro lavora per loro. Non lo so...io...io non riesco a fidarmi.»
«Merel ma che alternativa abbiamo? Dobbiamo farlo, è vero non ci obbliga nessuno ma, per come la penso io, lui vuole distruggere questo posto. Nella fattispecie non mi interessano i dettagli, so solo che anche lui vuole questo posto sommerso dalle macerie e a me basta per dargli abbastanza credito da potermi fidare»
«Beh però non sai che vuole farmi rimanere qui dentro. Sostiene che sono in grado di creare una bolla in modo da poter irretire quelli che si trovano all'interno di questo posto assurdo, ha anche affermato che potrei essere in grado di crearne una più piccola che includa solo me in modo da potermi "salvare". Vuole che sia io ad accendere la miccia.» la sua faccia parla da sola.
«NO! CATEGORICAMENTE NO! Non rimarrai tu ma io. La faccio esplodere io la bomba.»
«No. Io posso rimanere viva grazie alla bolla tu invece non possiedi la capacità di crearne una, perciò lo farò ma tu dovrai salvarmi una volta esplosa. Lui vuole che tutto questo finisca giusto? E questo include me e te, pertanto dobbiamo morire anche noi e il suo piano prevede proprio questo: tutti quelli coinvolti devono morire. Dobbiamo avere un nostro piano che combaci con il suo, perchè ammettiamolo, sarebbe perfetto se non includesse anche noi.»
«Davvero dici che vuole ucciderci?»
«Beh, io credo sia così, in fin dei conti facciamo parte di tutta questa merda anche noi, volenti o nolenti.» mi fermo vedendo la sua faccia buffa «Si ho detto merda. Wow, so dire le parolacce!» dico ironica mentre lui scoppia a ridere. Torno seria e concludo il discorso «Dico sul serio però, abbiamo bisogno di un piano che vada in concomitanza con il suo in modo da non ritrovarci uccisi» annuisce.

La porta cigola e tutti i prigionieri come al solito indietreggiano. Quando finirà questo schifo? Quando ci prenderanno per l'esperimento invasivo? Voglio vedere la faccia di mio padre quando scoprirà che due ragazzini l'hanno fregato. Prendono sia me che lui, ma questa volta non ci spingono. Facciamo una strada che ho già visto ma non ricordo quando. Man mano che ci avviciniamo poi, inizio a ricordare: evviva è l'ora della doccia! La scorsa volta, nonostante le circostanze, ci siamo persi l'una nell'altro, chissà che non ricapiti anche oggi.
Le docce sono completamente vuote però si vede che ci è entrato qualcuno prima di noi perchè i pavimenti sono bagnati. Ci dirigiamo verso gli spogliatoi ma lui mi ferma. «Questa volta ti spoglio io d'accordo?» annuisco come una bambina in cerca del suo premio. Lui si dirige verso la porta e scambia delle parole con la guardia, poi torna e mi informa di aver detto alla guardia che sarà una lunga e rilassante doccia. Portiamo gli asciugamani agli attaccapanni vicini alle docce così da non raggelare un volta spenta l'acqua. Cam va a chiudere la porta a chiave mentre io inizio a strofinarmi i capelli con lo shampoo.
«Lascia, continuo io.» mi sciacquo le mani e lascio che sia lui a massaggiarmi la testa. Il problema è che non si limita solo a quella, infatti inizia a scendere con le mani, prima sulla schiena, scende e sale per tre volte, poi mette le mani sulle mie natiche e al mio cuore viene una palpitazione. Mi giro verso di lui, che non mi stacca le mani da dove le ha, e lo bacio lasciando che l'acqua calda mi scorra sulla testa e lavi via lo shampoo. Non so come ci riusciamo, intendo a trovare la forza di fare questo in questa situazione, ma il desiderio reciproco che abbiamo è talmente intenso che non ne possiamo fare a meno. Le sue mani risalgono sui miei fianchi e io sono pervasa da un brivido che termina nella zona di me che è più sensibile. Lui è appoggiato di schiena contro il muro e io sono letteralmente sopra di lui. Fare sesso in piedi non è così male come pensavo. Gli poso le mani sui pettorali scolpiti e inizio a baciarlo più intensamente. Inarca la schiena scostandosi dal muro e girandosi su un fianco, sposta anche me e alla fine mi ritrovo io contro al muro. Il suo corpo si sta scaldando, così anche se sarò io a stare contro il muro starò lo stesso al caldo. Le sue dita scivolano sul mio corpo bagnato ma questa volta si fermano su un'altra zona erogena: il mio seno. Inizia a fare dei cerchi col pollice intorno all'aureola mammaria, poi le tocca per bene sentendo che le mie labbra richiedono più contatto. Stacca le mani dal seno e le sposta, con una lentezza che mi lascia in attesa, sui miei fianchi. Sosta lì per qualche secondo ma non appena io gli avvolgo una gamba alla vita si insinua dentro di me con un dito. Non so perchè lo faccia ogni volta, sembra quasi che ci goda a farmi aspettare. Esce non appena vede che il mio corpo prova ad avere il massimo del piacere e si sposta di nuovo sul mio seno. Fa così per quattro volte poi finalmente mi accontenta.
La mia mente e il mio corpo vagano nel piacere che provo mentre lui spinge piano dentro di me. Le mie gambe vengono pervase da un tremore inaspettato. Lui se ne accorge e allora me le prende e se le gira intorno alla vita.
«Cerca di tenerle su da sola.» annuisco e le stringo attorno alla sua vita. Ansima anche lui. Poche spinte dopo mi lascio andare completamente al piacere e lui anche. Rimane dentro di me finché non regolarizzo un po' il respiro, poi esce lasciando in me una sensazione di vuoto ma di completa soddisfazione. Sciolgo le gambe e le distendo ma faccio ancora fatica a rimanere in piedi da sola, perciò mi aggrappo alle sue spalle e lui mi tiene. Mi sposta sotto il soffione della doccia e mi fa scaldare con l'acqua bollente. Mi lascia lì per qualche secondo tornando con gli asciugamani. Mi ci avvolge dentro e mi abbraccia baciandomi sulla fronte.
«Sei sempre bravissima!» arrossisco e lui sorride. Prendo l'asciugacapelli e inizio a spazzolare i capelli sotto l'aria calda. Quando sono più o meno asciutti mi vesto così da capire bene in quali punti devo ancora asciugarli. Una volta finito bacio Cam e insieme usciamo. La guardia ci osserva scrupolosa. «Vi siete dati alla pazza gioia la dentro èh?» e sghignazza di gusto.
«Si, cosa che non penso tu faccia spesso!» risponde Cam con tono non solo arrogante ma anche carico di "fatti i cavolacci tuoi". Ci riportano nelle nostre celle, e poiché è buio penso che per oggi non ci toccheranno. Sono state pulite, si nota perchè i letti - che alla fine sono soo dei materassi con lenzuola - sono ben rifatti e i cestini svuotati...si ci sono i cestini. Sul tavolo c'è già la cena calda che comporta pasta in bianco, una specie di torta agli spinaci delle uova strapazzate e una mela. Mentre stiamo ancora mangiando entra mio padre con fare, come di consuetudine, teatrale. Non lo vedevo da un po' a dire il vero, e sinceramente non mi interessava nemmeno vederlo.
«Noi dentro e tu fuori? Cos'è adesso hai paura anche di tua figlia?» non alzo nemmeno gli occhi dal piatto.
«Assolutamente no mia cara. Io ho paura del tuo amichetto. Mi è stato riferito che oggi pomeriggio nelle docce vi siete lasciati andare e per questa ragione ho voluto parlarvi di persona. Ebbene, volevo dirvi che questo non fa altro che aiutarmi, se voi creerete una creatura, a me farà solo del bene. Perciò c'è un nuovo piano: se rimarrai incinta e mi darai ciò che voglio sarai libera a vita, e così anche lui. In sostanza se mi darai un nipotino ti lascerò in pace per il resto della tua vita e già da quando lo scopriremo potrete tornare alla vostra vita. Ci stai?»
«Così potrai torturare lui o lei al posto che noi due? Mai. Io non sono te, non farò un bambino solo perchè tu possa torturarlo mi dispiace. E ora se vuoi scusarmi stavo cenando.»
«Tu devi farlo. Voi dovete farlo. Mi serve che lo facciate.»
«Mi dispiace non sono un verme viscido quanto te. Non la metterò incinta solo perchè lo vuoi tu, ha sedici anni non capisci che è piccola?» ok Cam si sta incavolando, gli occhi si sono colorati di rosso intenso.
«Si, ma non dovrà essere una madre, al parto il bambino rimarrà a me. Le sto solo chiedendo di generare per me un nipote. Non verrà nemmeno a sapere di voi.»
«Solo un nipotino? Scusa ma ti senti quando parli? Un nipote che non cresceremo nemmeno noi? Tu sei pazzo. Quando avrò un figlio lo crescerò con le mie mani e starò vicino a mia moglie amandola come mai perchè ha dato vita ad un essere umano, ha donato la vita a mio figlio. E Merel ha solo sedici anni, non permetterò che tu le tolga la gioia di avere un figlio in futuro, perchè avere adesso un bambino vuol dire rimanere traumatizzati per sempre...» non lo lascia finire. Si avvicina alle sbarre e lo afferra per i vestiti, Cam lo lascia fare.
«Attento a come ti rivolgi a me ragazzino. Io ti ho dato un dono che però non vuoi usare.»
«Non lo voglio usare? Apri la cella e ti faccio vedere io se voglio usarlo o no. Forse non voglio che tu lo usi perchè io sono padrone di me stesso e non ti concederò il mio corpo e le mie capacità.» mio padre lo lascia ed esce. Mi mordo il labbro inferiore trattenendo un sorriso davanti alle guardie. Quando poi escono lasciandoci soli scoppio a ridere e batto il cinque a Cam che sta facendo lo stesso.
«Grande, se la stava facendo addosso. Oddio che ridere!» continuiamo a ridere incapaci di smettere, soprattutto perchè l'espressione di mio padre era impagabile.
Si sente cigolare di nuovo la porta e questa volta indietreggio anche io. Ho paura, anzi ho una fifa incredibile. Cam se ne accorge, mi raggiunge e mi prende la mano. Io gliela stritolo. Le guardie vanno dritte verso la sua cella, la aprono e lo trascinano via. Urlo sperando che lo lascino, me lo hanno letteralmente strappato di mano. Una cosa bella che abbiamo scoperto è che possiamo rimanere sempre in contatto l'uno con l'altra, ma questo non basta in erti casi, l'importante è che io non legga nella mente di qualcun altro perchè, siccome sono una principiante, mi sconnetterei da lui. Trovo il suo pensiero e lui butta indietro il collo per darmi un segnale e farmi capire che mi ha sentita.
Non riesco a vedere dove lo portano perchè è molto buio, so solo che fanno molta strada ed escono dal plesso. Urlo e piango. Dopo la lite con mio padre chissà quale schifoso liquido gli inietteranno o che viscida punizione gli infliggeranno.
Dalla stanchezza crollo in un sonno tormentato da incubi passati e da quelli che riguardano Cam.
Domani mattina spero solo di trovarlo qui e che i miei incubi, almeno per una volta, si sbaglino.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora