Il peso che porti spesso ti fa stare male. Da giorni questa casa è completamente vuota. Nessuno gioca a play. Nessuno che mi disturba mentre pulisco. Nessuno che suona la chitarra a petto nudo in mutande sul letto. Il vuoto. Silenzio. Quel silenzio pesante che non vorresti ci fosse mai. Ferma in mezzo al salotto che guardo fuori. Se n'è andato di casa. Dopo una discussione avuta ha preso un po' di roba se n'è andato dai suoi. Non mi risponde al telefono. Non risponde ai miei messaggi. Ho un gran mal di testa causa casino ieri. Sono stata una stupida ma l'unico modo per farlo alzare era quello di provocarlo. Ho sbagliato e adesso me ne pento. Non so cosa succederà tra noi. Probabilmente mi lascerà. Mi giro verso il divano è lui non c'è. Non gli posso rompere le palle. Non posso giocare con lui. Sto impazzendo!
Mio padre mi ha chiesto di andare a pranzo fuori ma non so se ne ho voglia. Ritiro lo stendino e la porta di casa si apre. Quel ragazzo che tanto amo è davanti a me. Mi manca quasi l'aria. Continuo a fare quello che stavo facendo senza dire una parola. Lui chiude la porta. Appoggia il borsone in terra.
«ciao» mi dice freddo e distaccato.
«ciao. La tua roba sta sul letto. È pronta per oggi. » rispondo senza guardarlo negli occhi. Non reggerei mezzo sguardo adesso.
Devo cercare anche di trattenere le lacrime. Elodie no. Non davanti a lui.
«forse è il caso di parlare»
«potevi farlo prima. invece di andartene.»
«stavo incazzato. Non volevo peggiorare la situazione.»
«mi hai lasciato da sola lele. Da sola.»
«per farti riflettere. Invece ieri ti sei divertita per bene» lo guardo stavolta.
«non ti ho messo le corna. Sono solo andata a ballare»
«in uno di quei locali che non piacciono a me. Ti sei seduta su un tizio. E poi mi vieni a dire che non mi devo incazzare. Ti rendi conto delle cose che fai eh?» urla.
«ero ubriaca»
«non è una scusa attendibile. Sai bene di non reggere l'acool. Eppure fai il contrario»
«volevo dimenticare che non eri a casa. Non puoi capire come ci si senta a stare litigati e soli. Dentro questa casa che ha visto tante cose. »
«pensi che io non stia male eh Elodie?»
«non ho detto questo. Non ci capiamo. »
«se per una volta tu cerca di capire me. Litighiamo non mi va di urlarti contro, me ne vado. Invece di aiutarmi te ne vai lì.»
«ho sbagliato va bene. Non volevo farti del male. Ma tu continuavo a stare giù è un modo per muoverti ogni volta è il dispetto»
«hai sbagliato di grosso Elo. Potevi evitare di fare tutto sto casino. » non rispondo. Mi siedo sul divano. I gomiti sulle mie ginocchia. Le mani sulla testa.
«quello che deve essere disperato devo essere io non tu»
«ma che cazzo stai dicendo Lele? Guarda che non sei l'unico ad aver investito dei sentimenti. Sono venuta a vivere con te. Ho accettato ogni cosa anche i tuoi peggior difetti. Ora che tu mi venga a dire che non devo stare male non ci sto. Perché in questi giorni non c'eri a Casa. Non eri qui quando stavo male. Come io non ero con te ma questa è stata una decisione. Non so cosa manchi al nostro rapporto ma ti amo più di qualunque cosa al mondo. » respiro. Ho il magone in gola. Non voglio piangere. Ci sono quasi. «se non ti amassi non ti avrei mai aspettato. Allo stesso tempo sono una frana. E va bene vuoi lasciarmi fallo pure. Tanto è questo che stai per dirmi. Che mi vuoi lasciare!» grido. Sono esasperata dalla sua totale indifferenza. Dal suo totale distacco. Mai lo avevo visto cosi. I suoi occhi sono freddi e il suo viso non traspare emozioni. Mi guarda. Si avvicina. No ti prego. Siediti lontano ma non mi toccare se non vuoi starmi vicino. Sì siede accanto a me sul divano. Fissa per un attimo in terra.
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Questa casa sa di TE ❤
FanfictionNon c'è una vera proprio descrizione della storia. Credo che a volte bisognerebbe leggere senza giudicare dalla copertina. ❤