quarantaduesima parte

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«alloraaaa! L'abbiamo smessa!» continua imperterrito a schizzarmi l'acqua in faccia. Siamo nella piscina dell'albergo. Dopo un massaggio super rilassate siamo venuti qua.
«no fin quando non scendi da quel bordo piscina e stai con me » confessa ridendo.
«se ti credi simpatico non lo sei!;» esclamo scendendo in acqua. I miei piedi toccano in terra e lo guardo. Mi avvicino.«sai cosa ti succede se ti mi schizzi di nuovo?»
«aiutooo che paura guarda!» oggi lele sta rischiando di morire.
«ti affogo»
«seeeh con la tue dolci mani» lo vedo già pronto a fare qualcosa che non voglio. Ride. Lo guardo incagniesco. Mi prende un braccio.
«lele non ci provareeeeee!» urlo. Mi prende di peso e mi butta in acqua. Ok vuole la guerra.
«sei un brutto stronzo! Così mi affoghi! Sei scemo?»
«devi vedere la tua faccia amore ahahahah sei una comica questo ciuffo rosa che ti ricade nella faccia ahahah non posso farcela!!»
«Leleeeee! Ora la smetto subito!» lo rimprovero. Sì tiene la mano sulla pancia. Lo spingo e ride. Ok adesso vedi come ridi. Si trova con le spalle al bordo piscina. Afferrò con la mia mano sul suo amico. Mi guarda.
«ora la smetti di fare il cretino? Non solo mi sono subita gli apprezzamenti della tipa sul tuo culo. Ora pure mi prendi in giro. »
«Elo mi fai male!» ridacchiò.
«se tu la smetti, la smetto pure io allora che fai??» alza le mani in segno di arresa. Mollo la presa. Lo abbraccio.
«oh vedi che ci voleva!»
«sei sadica. Poi rimanevi senza!»
«uuh capirai! Un anno sono rimasta senza fare niente figurati se mi deprimevo» dico ironica guardandolo. Sorride.
«sai che sei bella?» ecco Lele passa dai momenti di scherzo a quelli di dolcezza.
«tu sei riuffiano non ci sono dubbi»
« è comunque non so cosa ha detto la tipa prima. Sai ero concentrato a guardare te»
«ti conviene guardare me. Se no poi ti ritrovi appeso all'albicocco di casa. È lei morta buttata sul Tevere. Non so cosa vi conviene di più!» se la ride.
«siamo per caso gelosi?»
«quello che mio è mio, anche ciò che tuo. »
«azz quindi non esiste più mio e tuo»
«no. Ciò che tuo è mio ciò che mio è mio. »
«ah così !!!» annuisco. Ha una faccia da prendere a schiaffi in questo momento. Ma lo bacerei volentieri. Ecco come se mi leggesse il cervello. Prende il mio viso con le mani bagnate e mi bacia. Sento le sue labbra umide schiudersi per lasciare spazio alla lingua di incontrare la mia. Mi attacco di più. Pace dei sensi.

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