ventitreesima parte

622 56 14
                                    

*Ragazze scusate l'assenza di due interi giorni. Mi sono presa del tempo per me stessa. Ne avevo bisogno. Visti gli accaduti anche. Vi voglio dire che la situazione per me continua ad essere delicata e non voglio mettere bocca. Cerchiamo di rispettare le loro decisioni e con silenzio lasciare che il tempo faccia il suo corso. Detto ciò vi lascio ai capitoli che verranno. Grazie a tutte veramente con cuore di stare ancora qui NONOSTANTE TUTTO.
BACI SPARSI 😘😘😘
Jessi*

Sono tornata a Roma dopo aver preso delle decisioni lavorative. Michele e Fabrizio mi stanno aiutando un sacco nella scelta dei brani del nuovo disco. Pat mi è stato vicino nei giorni più difficili. Quando sono tornata stamattina ho trovato un odore di chiuso in casa, prima c'era Lele che si prendeva la briga di aprire ogni cosa per far respirare l'ambiente. Ora no. Ora sono sola è spesso l'odore del chiuso è tanto forte che devo aprire velocemente.  Mi trovo in giardino. Seduta sulla sedia vicino al tavolino che abbiamo comprato insieme. Gli uccellini volano nel cielo. Li guardo. Sono liberi. Liberi di volare. Di sentire l'aria accarezzare le loro piume. Liberi di non pensare. Liberi di fare ciò che vogliono. Se solo ti avessi qua adesso. Se solo potessi farti capire che le litigate per me fanno solo rafforzare il rapporto. Che ti amo ma non so dimostrarlo.
«Elo. Elodie, sei in casa? » una voce mi riporta alla realtà. Spaventata mi alzo di fretta e vado verso l'entrata. Solo Lele ha le chiavi. Arrivo in salone. Il sole mi fa mancare leggermente la testa. Mi fermo di colpo.
«oh! Elo! Stai bene?» metto a fuoco. Lele è davanti a me, prende il mio polso e mi aiuta ad appoggiarmi sul divano.
«si sto bene. Stavo al sole e mi sono alzata di botto. Che ci fai qui? »
«avevo bisogno di due magliette e poi volevo vederti. Ma sei sicura che stai bene?»
«sto bene Lé davvero. Le magliette sono tutte dentro l'armadio.»
«ti volevi prendere un insolazione al sole?»
«macché Lele! Mi ci sono messa da poco in giardino. Ho avuto da fare qua dentro. »
«immagino»
«dai dimmi perché sei realmente qui!»
«già metti le mani avanti?»
«ti conosco Lele. Sei stato il mio fidanzato fino a un mese fa»
« perché sei stato? Nessuno dei due ha preso la decisione di lasciarsi»
«lele, non mi piace essere presa in giro. Non mi piace stare in attesa per tanto tempo. Quello che voglio io non lo vuoi tu. »
« è chi lo decide questo? »
«io perché ho imparato a conoscerti ormai. Se prendi una decisione non torni indietro.»
«veramente io sono qua»
«qua adesso. Domani sei di nuovo a Napoli»
«ti avevo chiesto del tempo»
«Lele ascoltami, rovineremo tutto con il tempo. Non voglio avere una concezione brutta di te. Perciò ti sto lasciando andare!» sono amareggiata. Davvero vorrei che qualcosa cambiasse. Ma non cambierà nulla. La lontananza a volte fortifica, ma a noi ci sta distruggendo. Mi guarda. Quegli occhi, quei paio di occhi marroni, mi hanno sempre fatta sentire speciale e importante. Oggi invece mi guardano con la consapevolezza di amarmi ma è bloccato.
«Elo..»
«dimmi»
«tu mi hai dato tanto. Forse sono io che non ti ho fatto capire ciò che mi trasmettevi. Io con te ho capito cos'è l'amore. Con te ho vissuto cose che con nessuna avrei mai pensato di fare. Non voglio che pensi di non avermi dato nulla. Dalle piccole cose a quelle grandi. Tu ci sei sempre stata. » mi accarezza una coscia nuda dai pantoncini. Continuo a guardarlo.
«non voglio assolutamente che queste cose ti vengano fuori per via della lettera, io quelle cose le ho scritte perché le sentivo e le sento ancora oggi»
«te lo sto dicendo perché lo penso. » si avvicina a me.
«non farmi del  male ti prego. »
«non voglio farti del male. Voglio solo avere del tempo per capire anche me stesso. » annuisco. Mi avvicino e lo abbraccio. Mi stringe.
«perdonami se sono una frana.» non dice nulla, mi stringe più forte. In questo momento le parole non contano. Basta parlare.

Questa casa sa di TE ❤ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora