Scappare. (65° capitolo)

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Se n'è andato. Di nuovo, un altra volta. Non ho potuto fermarlo. Non me lo avrebbe permesso. Come un anno fa. Come quella volta che litigavamo per delle stupidaggini. Sono una stupida cretina.
«io te lo detto che dovevi parlargli!» mia sorella mi rimprovera. Sbuffo. Mi trovo seduta sul divano.
«fey ti prego!» rettifico
«Elo invece ha ragione. Ok forse ha esagerato ad andare via. Ma tu dovevi dirglielo. È suo figlio. »
«lo so fey. Lo so. »
«ecco è adesso cosa vuoi fare?»
«non lo so!!! Lele è uno che è orgoglioso, ora terra il muso. Non lo smuoverà nemmeno sua madre.»
«Appunto. Devi fare qualcosa. Non fa bene al bambino. È abituato ad avere una situazione tranquilla elo»
«ci penso fey. Ora non so veramente come muovermi»
«siete veramente un caos veramente. Ora sdraiati. Riposa un po'. »
È andato via da quattro ore e io già non riesco a capire più niente. Mi sembra di essere tornata a un anno fa. La casa nuova che diventa un silenzio pesante e quasi voluto.
«Eloo» mia sorella mi abbraccia accorgendosi che stavo iniziando a piangere. « ehi stai tranquilla. Non agitarti che ti fa male»
«sono una cogliona fey. Sono sempre la solita. Combino sempre solo danni. Ma chi glielo fa fare a starmi dietro?»
«perché ti ama elo. Ti ama tanto. Lui voleva solo essere partecipe. Tu invece volevi non farlo preoccupare, ma era un fatto importante » annuisco. Mi lascio stringere. Vorrei fare qualcosa ma non so che cosa.

...

Napoli
Trasporto la borsa in camera da letto. Sono incazzato nero. Mamma mi guarda scioccata. Non sa che dire. Appoggio tutto sul letto.
«mamma è inutile che mi guardi.»
«io non capisco cosa ci fai qui»
«elodie mi ha nascosto una cosa troppo importante e adesso è arrivato il momento che capisca certe cose»
«ah perché tu pensi di risolvere le cose andando via di casa? Giustamente il cervello a voi uomini funziona al contrario» alzò gli occhi al cielo.
«mamma per favore. È stata male mentre stavo via. È stata ricoverata e non mi ha detto nulla. Ti pare normale ? »
«guarda a me non pare normale che tu sia qui visto che è stata male. »
«riesci per una volta a non essere di parte»
«no! Perché siete veramente dei cretini voi uomini. Ok non te lo ha detto, ha sbagliato, ma tu ora invece di starle vicino che ne ha bisogno stai qui»
«mamma lo so. Ma non ci riesco. Se penso che è stata male e io non sapevo nulla mi viene il nervoso»
«se te lo avrebbe detto avresti mollato tutto. »
« è quindi?» non capisce pure lei.« è pure mio figlio. Mio è suo non soltanto suo. Per me viene prima lei e nostro figlio del lavoro perché non riesce a capirlo»
«perché magari non glielo spieghi?» mi chiede accarezzandomi una guancia. Scuoto la testa.
«che le devo spiegare? Potrebbe capire benissimo. »
«pensi che adesso sta bene?!»
«no»
« è perché sei qua. Stai tanto facendo il macho. È mio figlio, e poi invece di stare su accanto a lui e alla tua fidanzata stai a Pomigliano.» non rispondo «non fate gli errori di anni fa Lele. Non li fate! C'è un bambino di mezzo non lo dimenticare mai! Risolvete perché poi questi diventano dei pesi enormi e non risolvete niente. Proprio come quando sei andato via di casa e poi vi siete lasciati!»
Chiude la porta è va via. La confusione si annebbia sulla mia testa. Gli errori dovrebbero insegnarti certe cose eppure ad oggi entrambi stiamo sbagliando di nuovo e non facciamo niente per risolvere se non scappare!

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