Sedicedima parte

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«Lele che vuoi per cena?» il sole ormai è tramontato. La notte è scesa a Roma. Io sono ancora qua con lei. Sono voluto rimanere per passare del tempo qui. mi trovo in giardino a fissare la luna, le sue mani accarezzano le mie spalle.
«non lo so. » mi limito a rispondere. Si abbassa appoggiando la testa sulla mia spalla. Passo la mano dietro la sua nuca. «mi erano mancati questi momenti. »
«sapessi a me Lele.» confessa con un po di amaro in bocca.
«come va a lavoro?» chiedo. Lei sorride. Non la vedo ma la conosco.
«stiamo iniziato le scelte dei brani Lele. Ho un po' di paura stavolta. »
«di cosa hai paura?»
«di non essere all'altezza dei brani. Che forse non sono all'altezza di tante cose. Ora sono destabilizzata da tutto» le prendo la mano la faccio sedere sulle mie gambe. Il suo busto si appoggia al mio petto. Passo la mano sinistra sulla sua coscia scoperta. È in pantaloncini.
«andrà tutto bene. Tu sei brava Didi. La musica è il tuo mondo. Farai le scelte giuste»
«Lele mi prometti una cosa?»
«dipende da cosa»
«che non permetterai mai di allontanarto dalla musica qualunque cosa succeda. Che ne fai un modo sempre per vivere e che sarai felice anche senza di me» le accarezzo una guancia.
«la musica mi sarà il mio punto forte Elo. Come sempre ho fatto nella vita. La musica mi legherà sempre a te per tutte le canzoni scritte. Non posso permetterti una cosa.. - respiro. - di essere felice senza di te. Perché oggi sono innamorato di te e sono legato a te. » si stringe forte a me. Ricambio la stretta.
«ho sperato ogni giorno di ritrovarmi così. Ho sperato che tutto fosse un sogno ma come ti ho detto oggi pomeriggio da domani saremo di nuovo separati e nulla sarà risolto. » non rispondo. Non so in realtà che dirle. Non voglio andare via di casa ma un altra parte di me non se la sente di riprendere la convivenza. Ho paura. Ho paura di ferirla perché è vero anche io non ci vado leggero quando litighiamo. Ho paura che tutto si distrugga in un nanosecondo.
«vuoi auto-convincerti che non è finita?»
«avevo detto a me stessa che se hai scritto quel messaggio era finita del tutto. Ti conosco bene quando prendi una decisione difficilmente torni indietro. Lo hai fatto forse troppe volte e questa sono sicura che è l'ultima volta che potresti farlo. »
«che cosa ti fa cambiare idea?» chiedo. Le bacio una guancia. Noto che chiude gli occhi. Il contatto con la sua pelle mi fa rabbrividire nonostante il caldo di luglio.
«la tua presenza costante nella mia vita. Non so perché lo fai; il mio cervello pensa che tu voglia cercare di staccarti piano da me. Anche tu non ti dai pace e il tuo preoccuparti è solo un modo per cercare di non farmi del male» si alza bruscamente. Sì allontana da me come se la situazione fosse diventata troppo scomoda per dire fare altro.
«Elooo non scappare!»
«non sto scappando. Sto solo dandoti modo di allontanarti da me»
«perché?» non capisco adesso. Se la sua voglia di stare con me dice altro perché mi vuole allontanare?.
«non voglio più stare male. Sono giorni d'inferno questi. Voglio andare a letto serena. Voglio andare a lavoro con il sorriso sulle labbra. Voglio potermi guardare allo specchio come un mese fa e vedermi felice. » coltellata! Questa è una vera è propria coltellata. «ci sono giorni che non mi piaccio più Lele. Mi riconosco a malapena. Sono stanca di addormentarmi stremata dai singhiozzi. Sono stanca di aspettare che tu torni quando so benissimo che non lo farai» scoppia a piangere. Non lo aveva ancora fatto. Mi avvicino di fretta a lei. La stringo. Combatte un po' poi si lascia andare.
«shhhh basta piangere. Basta buttare lacrime elo. Sono qua. Io sono qua» le bacio una tempia. Sto male a vederla così. È colpa mia adesso. «ci sarò anche se domani dovessi tornare a Napoli. Andiamoci piano. » confesso. Mi abbraccia adesso. Mi stringe.
«Ti amo» sussurra tra singhiozzi.
«ti amo anche io amore mio» le dico. Restiamo un po' così appiccicati senza dire niente. Prepariamo poi qualcosa da mangiare e infine ci mettiamo sul divano. Voglio coccolarla ne ha bisogno.

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