ventunesima parte

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Ho provato a richiamare Elodie ma non ho ricevuto alcuna risposta. Molto probabilmente stava in studio e li i telefoni bisogna spegnerli. Non mi va di scocciare Fabrizio un'altra volta così non ho più chiamato. Mattia mi guarda.
«dimmi» intervengo. So già che deve dirmi qualcosa ma non lo fa.
«tu sei ancora innamorato di Elo?» così di getto. Ora capisco perché continuava a guardarmi senza dirmi niente.
«perché mi fai questa domanda?»
«cosi»
«Mattia!»
«lele non c'è sempre un perché alle domande. Volevo solo chiederti»
«un motivo per cui me lo stai chiedendo c'è!» abbassa lo sguardo. La testa si inchina verso il basso. Cosa lo blocca? Vorrei capire. «Matti guardami»
«non voglio perdere Elo. Per me era come una sorella e se tu non sei più innamorato, io non potrò più vederla.» la sua voce è triste. Gli occhi pure.
«Matti ci sono cose che capirai quando sarai grande. L'amore spesso non basta per rimanere due persone insieme» si alza di scatto dal divano in cui eravamo seduti. Siamo soli a casa.
«siete voi che non lo fate basta Lele. Siete solo voi artefici del vostro amore» lo guardo. Sono scioccato da ciò che sta dicendo. «non mi guardare così! Ho 13 anni ma non sono scemo. L'amore lo dovete far funzionare voi stessi. ». È arrabbiato. Lo capisco.
« matti ascolta, spesso i sentimenti dicono tante cose ma vivere con una persona non è facile. »
«la mamma ha sempre discusso con papà ma mai nessuno ha pensato di andare via di casa. È sai perché Lele? - non mi muovo di un centimetro. - perché ciò che li legava era più forte di tutte le altre cose»
È proprio vero, ciò che li lega è più forte di cio che li divide. Il telefono squilla, Mattia si allontana. Respiro. È lei. Rispondo.
«Lele che cavolo mi chiami 3 volte. Sto a lavoro, lo sai bene che non rispondo mai a nessuno.» è dura.
«scusami... io non volevo disturbarti»
«che successo? State bene? I tuoi? Mattia?»
«non è successo nulla. Stiamo tutti bene. »
«perché mi hai chiamato allora?»
«ho trovato la tua lettera nello zaino» non risponde più. Il silenzio cade. Sento solo il suo respiro. « ho letto ogni singola parola e..»
«lele ti ho messo quella lettera per farti capire come stavo. Non volevo niente di ricambio»
«quando l'hai scritta?»
«una domenica sera che ero sola a casa. Lele lascia perdere non importa. Senti io devo scappare di nuovo, Michele mi chiama devo finire la riunione.»
«perché scappi ora?»
«perché devo lavorare e anche perché è giusto così»
«non è vero!»
«si invece Lele. Per quanto ci amiamo, ci stiamo distruggendo. Ti amo veramente tanto ma tu non riesci ad andare oltre. Quelle parole scritte li dentro valgono ancora ad oggi anche se sei salito a casa per vedermi» sento qualcuno che la richiama. Forse Canova. Forse Giannini non lo so. Vorrei dirle tante cose ma so che la situazione non cambierebbe.
«didi, sappi che il tuo amore per me arriva dritto in petto e sapere che stai male mi fa sta far male il triplo. » Non risponde.
«io devo andare davvero Lé. » chiude la chiamata come se scappasse dalle mie parole. Come se non ci fosse altra soluzione per stare insieme.

“Credo che capire sia più difficile che amare” Lele.

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