Matrimonio (95° capitolo parte uno)

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Il grande giorno è arrivato. Sono agitato. Siamo da due giorni separati. Due giorni che non la vedo. Due giorni che non passo le mie giornate con lei e nostro figlio. Mi mancano. Non vedo l'ora di vederla. Sì guardarla e ammirarla. Ammirare la sua bellezza che pensa di non avere. Mia madre mette la rosa rossa nel taschino della giacca. Sorride.
«mamma sono agitato.»
«stai tranquillo amore»
«se dovesse ripensarci?»
«Lele non succederà. State aspettando questo momento da un sacco. Finalmente è arrivato. »
«si magari ha cambiato idea in questi due giorni. Magari non si presenta. Magari..» mi bacia una guancia cercando di tranquillizzarmi. Mi prende le mani.
«sono fiera di te Lele. Fiera del ragazzo che sei diventato. Fiera di avere un figlio come te. Fiera di aver creduto sempre nell'amore che provate entrambi. Sono fiera di avere Elo nella nostra vita. Sono fiera ed orgogliosa della tua maturità, di aver saputo costruire tutto questo che c'è oggi e di non aver mai lasciato che tutto finisse realmente. » l'abbraccio.
«mamma ti prego non piangere che rovini il trucco.»
«no no. Sono felice però!»
«lo so. » vedo papà raggiungerci. Ci stringe a tutti e due.
«Grazie di essere sempre stati voi stessi. Grazie per avermi messo al mondo. Grazie per avermi dato i valori giusti. L'educazione. Grazie per esserci sempre stati. Grazie per quei rimproveri dati quando ce ne era bisogno. Grazie per ogni momento. Grazie per averla accettata senza giudicarla mai. Grazie per ciò che avete fatto per lei, per noi e per quello che ancora continuerete a fare. Grazie per essere voi. Dei semplici genitori che mi hanno sempre voluto bene. » mamma inizia a piangere. Era ciò che non volevo, ma anche io a stento trattengo le emozioni. Oggi è un giorno speciale. Respiro. Mattia ci sorride e si unisce al nostro abbraccio. Mi sussurra un “ti voglio bene” che mi lascia sciogliere completamente in un pianto. La mia famiglia. Quella che non mi ha mai abbandonato. Quella che c'è sempre stata. Quella che ha sempre accettato le mie scelte. Quella che davanti alle situazioni difficili ha cercato sempre di farmi ragionare.

...

Sto arrivando in chiesa. Papà mi sorride. Mamma a casa piangeva come non mai. Mi ha guardato, mi ha chiesto scusa ancora perciò che ho passato quando ero piccola. Mi ha stretto forte  facendomi piangere e rovinando un po' il trucco. Siamo in ritardo per questo motivo hanno dovuto riaggiustare tutto. Respiro profondamente. Roma mia quanto sei bella? Oggi ancora di più. Scendo dalla macchina. Mattia è con la zia Ada. Mio padre mi prende per mano. Ci avviamo all'interno della chiesa. Il Vaticano mi lascia senza fiato. Parte la marcia nuziale, mi manca il respiro e  papà mi guarda.
«Elo stai bene?» ingoiò la saliva. Annuisco. Gli occhi mi bruciano appena lo vedo lì che mi aspetta. È bellissimo. Non ho parole per descriverlo. Appena lo raggiungo. Sorride. Piange. Mi lascia un bacio sulla fronte.
«sei bellissima. » sussurra.
«anche tu» rispondo. Tremo. Mio padre ci unisce le mani. Ci guarda entrambi.
«da oggi è tua. Trattala come hai sempre fatto. Io sono orgoglioso di voi. So che è nelle mani giuste» Lele sorride. Io pure. Mai avrei pensato di provare così tante emozioni insieme. È arrivato il momento di diventare marito e moglie. Ci vogliamo verso il prete e sorridiamo entrambi.

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