settima parte

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Ho inviato quel messaggio. Ho premuto invio nel telefono. Il cuore vuole sprofondare. Ho fatto una cazzata forse non lo so. Non mi sento di continuare a tenerla appesa ancora ad aspettarmi. Forse è arrivato il momento che prendiamo strade diverse. Forse è arrivato il momento di non farci più del male ma di proteggerci. Non so nemmeno io con quale coraggio ho scritto quelle parole. Voglio solo dormire e magari svegliarmi quando il dolore non ci sarà più. Un ora fa le ho scritto e non ho ricevuto risposta. Ha letto. Ma non mi ha dato una risposta a ciò che le ho scritto. Che mi aspettavo? Non potevo di certo pretendere i salti gioia. Respiro profondamente. Sembra di vivere un incubo. L'assenza di una persona ti uccide. Ti fa stare male. Ti attanaglia. Ti lascia quasi senza fiato. Non puoi fare nulla magari rivederla, ma non risolverà i problemi. Rivedere una persona non ti risolverà i pensieri e magari anche le paure. C'è un limite. C'è un tempo. Forse siamo arrivati a questo. Tutto così velocemente come se non te ne accorgi. Tutto crolla. Tutto ciò che hai costruito cade a terra. Come una casa costruita male. I mattoni che avevi messo per renderla stabile sono precipitati a terra e tu continui a guardare l' ammasso di maceri e non puoi fare niente. Ecco così mi sento. Un' ammasso di macerie cadute a terra distrutte.
Ora come ora avrei preferito i nostri pomeriggi a giocare con la play. Sentirla ridere oppure arrabbiarsi perché aveva perso e voleva la rivincita. Vengo richiamato dal telefono che si illumina. Il cuore perde un battito al suo nome sullo schermo. Apro il messaggio.
Avrei voluto guardarti negli occhi. Avrei voluto sentirti dire che non mi volevi più. Ho preso del tempo perché dovevo realizzare. Avrei voluto che tutto questo non accadesse. Ho provato a non farti mancare mai nulla. Ho provato a far funzionare le cose perché era ciò che volevo più al mondo. Stare a casa è diventato un inferno ma tu questo già lo sai; sai che è impossibile vivere in metri quadrati dove hai vissuto con la persona che ami. Come te ora che sei a Pomigliano è dormi dove abbiamo dormito insieme. A me sembra tutto assurdo. Mi sembra assurdo che tu me lo scriva per messaggio. Tu che ti sei sempre dimostrato maturo oggi sei un bambino. Non ti do nessuna colpa. Forse siamo troppo diversi. Non siamo riusciti a far andare avanti qualcosa a cui teniamo. Diversi in tante cose ma che si amano. Non riesco neanche ad odiarti eppure dovrei. Dovrei chiederti di restituirmi il cuore. Dovrei chiederti di sparire dalla mia vita. Ma l'unica cosa che faccio è sperare di ritrovarti a casa. Ti amo e sarà difficile cercare di dimenticarti. ”
Il messaggio finisce. Una lacrima sfugge al mio controllo. Vedo mia madre nella stipite della porta scuote la testa. Ha già capito tutto.

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