La cena è andata abbastanza bene. Flavio e ada sono usciti per prendere un po' di aria, noi non ne avevamo voglia. In realtà io sono stanca domani devo partire presto e uscire per tornare tardi non me ho nessuna intenzione. Lele sta per mettersi il giubbotto. Non so che fare sinceramente. Vorrei che restasse qua. Vorrei dirgli magari tante cose che in questo periodo non gli ho detto. Ho paura di sbagliare. Di fare qualcosa di cui lui non vuole assolutamente fare. Lo fermo per un braccio. Gli cade il portafoglio in terra visto che lo aveva nella tasca del giubbotto che alla fine se messo. Non bado subito a ciò che è caduto.
«Lele, ti va di restare ?». Chiedo di getto forse non avrei dovuto farlo. Forse mi ammazzerebbe ora. Abbasso la testa e trovo in mezzo ai documenti una nostra foto. « è questa?» chiedo. Lui non mi ancora risposto.
«mi ha portato fortuna in tanti concerti. Mi portavo questa foto è il nostro anello dietro. Non lo so mi faceva sentire che eri con me nonostante non stessimo più insieme. » fisso la fotografia. Ricordando quante volte abbia sfogliato nelle cartelle del telefono ogni nostro scatto. Questa ci rappresenta un sacco. L'aveva scattata papà, ci aveva portato ad Ostia a mangiare qualcosa e poi scatto di foto al tramonto. Io e lui abbracciati uno dentro l'altro. Incastrati. Come se fossimo una cosa sola. Sento il mio viso bagnarsi.
«ohi» mi abbraccia subito dopo.
«sono stata una vera stronza a lasciarti andare»
«non dire così Elo»
« è la verità»
«diciamo che nessuno dei due se comportato bene nei confronti dell'altro. Sai una cosa però...»
«che cosa?»
«si può sempre rimediare. Si può sempre ripartire da dove avevi lasciato in sospeso»
«come fai ?»
«a fare cosa?»
«a sopportarmi? A volere ancora me nonostante tutto?»
«sai elo è proprio il “nonostante tutto” che lega le persone. Sono i sentimenti che fanno la differenza. È la volontà che ci fa provare e andare avanti. » lo stringo a me.
«dentro alle tue braccia mi sento a casa. Quella casa che per un anno e mezzo più mi hanno sempre fatto sentire protetta. Mi hanno fatto sentire una quindicenne innamorata che non ne poteva fare a meno.»
«puoi sempre restare tra queste braccia. Tutte le volte che vorrai!»
«andiamo a casa?» chiedo. Ci guardiamo negli occhi e mi bacia. Annuisce. Prende la mia mano. Le chiavi della macchina. Prendo la borsa è un giubbotto io e andiamo via da lì. Ho bisogno di stare a casa nostra. Quella casa che per mesi ci ha visti protagonisti un sacco di volte. Quella casa che sa di Elodie e Lele insieme. Quella casa che sa di amore, pace, litigio, condivisione e musica.
Una volta arrivati a casa. Le prime sensazioni sono miste. I ricordi riaffiorano. Lele mi abbraccia da dietro. Mi stringe.
«casetta nostra» sussurra.
«Promettimi che non andrai più via?» mi volto per guardarlo negli occhi. La sua presa nei miei fianchi resta.
«te lo prometto!» respiro. Lo bacio. Mi spinge verso la nostra camera da letto. Ci stacchiamo per riprendere fiato. Mi tira un po' su e di peso mi porta in camera. Ricadiamo poco dopo sul materasso. Lo guardo negli occhi è lì ricomincia tutto. Io e lui. Un unica cosa. Io e lui perfettamente imperfetti. Facciamo l'amore.
Oggi mi sento diversa. Oggi mi sento nuova. Oggi mi sento SUA.* Visto che i bimbi ci hanno regalato un loro selfie insieme e ancora non ci credo. Io vi regalo un nuovo capitolo. È arrivata la svolta ragazze. Buona lettura. Grazie a tutte, a chi commenta e a chi legge soltanto. Grazie anche a loro, al loro amore. Jessi.😘 *
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Questa casa sa di TE ❤
FanfictionNon c'è una vera proprio descrizione della storia. Credo che a volte bisognerebbe leggere senza giudicare dalla copertina. ❤