Primi litigi (64° capitolo)

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Dopo due giorni in ospedale sono finalmente a casa. Lele ha continuato i suoi instore e di conseguenza non sa nulla. Fey non gli ha detto niente e forse meglio così. Mi appoggio sul divano. Devo stare assolutamente a riposo non posso muovermi o fare movimenti bruschi. Ho rischiato seriamente di perdere il bambino. Sento poi la porta aprirsi. Lo vedo entrare con la coda dell'occhio. Appoggia poi la borsa.
«ciao amore» dico. Non mi risponde. Alzò il viso e stavolta lo guardo per bene.
«ciao» risponde freddo.
«che hai? Tutto a posto? Sei stanco? »
«io sto bene. Tu?»
«anche io» mento.
«continui a mentire quindi» sbarro gli occhi.
«Lele aspetta non è come pensi tu..»
«a no giusto io non devo pensare. Io non mi devo nemmeno azzardare a fare domande»
«non ti ho detto nulla perché ti saresti preoccupato, avresti mollato il lavoro per stare con me quando c'era fey a farmi compagnia»
«menomale che c'era tua sorella. Se no che sarebbe successo?»
«non lo so. Però davvero cerca di capirmi.» non vuole starmi a sentire. È arrabbiato capisco bene.
«non posso capirti, la donna che amo mi ha nascosto una cosa troppo importante. Stavi per perdere nostro figlio non solo tuo figlio elodie. Tu non mi fai detto un cazzo. Due giorni in ospedale con fey che mi diceva tutto. Che andava tutto bene. Sono tornato oggi perché non sapevo nemmeno come affrontarti. Sapevo però che avresti continuato a far finta di nulla.»
«non volevo che farti arrabbiare. »
« è cosa devo fare? Saltare dalla gioia? Eh?»
«non urlare lele»
«urlo quanto voglio. Mi sono stancato dei tuoi giochetti. Pensavo fossi cresciuta almeno un po'. Che il fatto di aspettare un bambino tu avrebbe avrebbe fatto capire l'importanza di una famiglia. Ma a te è come se non ti entrasse in testa» va verso le camere e sbatte la porta. Non lo mai visto così. Nemmeno quando litigavamo le prime volte da fidanzati. Mi alzo dal divano. Lo raggiungo. Apro la porta della camera. Lo trovo che mette le cose dentro un borsone.
«che stai facendo?»
«vado a casa mia. Dai miei genitori» sbarro gli occhi.
«stai rifacendo lo stesso errore di un anno fa Lele. »
«qui l'unica che ha sbagliato sei te! Spostati»
«non finché non mi ascolti»
«Elodie non voglio sentire niente»
«Lele cazzo! Sto bene, nostro figlio sta bene. Ho fatto delle cure in ospedale, devo solo stare a riposo adesso»
«potevo starti vicino»
«il lavoro è importante!»
«me ne fotto del lavoro elodie. Darei la vita per te se solo te ne accorgessi un po'» mi sposta leggermente senza farmi male. Mi sale il groppone. Tutto come un anno fa. Sta andando via. Non ci credo.

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