novantanovesimo capitolo

420 41 19
                                    

«matti non mettere in bocca» dico a mio figlio mentre finisco di passare lo straccio è lui sta dentro il box. Ha protestato ma alla fine ho vinto io.
«la ruota si è staccata» mi dice.
« è tu non la mettere in bocca. »
«lele esci dal bagno. Non è possibile che ogni volta ci metti intere ore»
«ma che hai stamattina?»
«niente. C'è un casino è se non pulisco io, non viene nessuno a pulirmi casa» confesso nervosa. Esce dal bagno. Tutto allagato dentro.
«ti sei svegliata male? Ti devono venire?»
«mi sono svegliata bene. C'è il bagno allagato viene una persona è questa casa sempre una barca pronta a partire. Ma è possibile»
«Elo rilassati!» lo fulminò. Entro in bagno raccogliendo il tappeto che è ormai pieno di acqua.
«non stare a guardare il mio sedere. C'è tuo figlio di la vai!»
«ma mi spieghi che ti prende. Sei nervosa. Non mi hai neanche dato il buongiorno. Stai pulendo manco non ci abitassimo da anni. »
«non ho niente. » rispondo. Lo vedo sparire in salotto. Mille cose da fare. Tutto alle mie spalle. Lui lavora come lavoro io; ma il problema che non è facile gestire il bambino è a che la casa. Pulisco a dovere il bagno. Attacco la lavatrice della roba di Mattia. Tutte le magliette sporche di cibo. Latte, sugo, pasta, carne e chi ne ha più ne metta. Vado in camera. Trovo il letto sistemato. Sorrido. Perché noto che ci ha già pensato lui. Torno in salotto e lo trovo che disegna con suo figlio. Mi rendo conto di essermi alterata troppo. Che non ha senso prendersela.
«che fate?» chiedo. Lele non mi guarda e non risponde. Credo se la sia presa un po' .
«facciamo un disegno» mi dice mio foglio. Gli scompiglio i capelli e sorride.
«mamma sai che sei bellissima»
«sei un ruffiano lo sai amore» annuisce ridendo. Gli mordo la guancia piano piano e poi gliela bacio. Lo amo. È parte di me. È l'altra metà. È un pezzo del mio corpo lui. Lele continua a non guardarmi.  Tiene la testa bassa e disegna. Poi si alza e va in cucina.
«amore aspettami qui. Non mettere i colori in bocca mi raccomando»
«si mamma»
Vado da Lele che sta bevendo un bicchiere di acqua. Mi guarda adesso
« che c'è?»
«perché sei andato via. Eravamo tutti e tre insieme» alza le mani.
«scusa se avevo bisogno di acqua. La prossima volta muoio in terra»
«mi stavi ignorando»
«ma chi?»
«tu»
«guarda che ti stai proprio sbagliando»
«invece no. Continuavi a disegnare senza nemmeno alzare la testa »
« eri con tuo figlio. Stavi parlando con lui che c'entro io scusa»
«lele non ti capisco. »
«veramente quello che non capisce sono io. » mi risponde. Appoggia il bicchiere sul lavandino e si allontana.
«stai scappando di nuovo.»
«non sto scappando.» lo guardo storto. «non mi vuoi dire che hai. Ok basta! Finisce lì la questione.»
«ma non ho niente lele. Sono solo nervosa perché non riesco a gestire il tutto. Però non ce lo con te»
«invece sembra di sì. Ero in doccia e urlavi che dovevo uscire.»
«eri la dentro da tre ore»
«se era mezz'ora soltanto» afferma sedendosi sul divano. Mattia corre da lui e decido di non dire niente altro. Non voglio che nostro figlio assista a dei litigi inutili.

Questa casa sa di TE ❤ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora