ventottesima parte

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Mi sta baciando. Lo sto lasciando fare. Mi attacco di più al suo corpo. Getto le braccia intorno al suo collo. La sua lingua cerca la mia, fanno un lotta tra loro. Quanto mi era mancato il suo sapore. Ci stacchiamo a corto di fiato. Non so che dire. Da una parte gli tirerei uno schiaffo fortissimo da fargli girare la testa, dall'altra parte tornerei a baciarlo volentieri. Mi guarda anche lui sta in silenzio. Si morde il labbro e poi mi stringe la mano. La lascia poco dopo. Non capisco che intenzioni abbia. La festa va avanti e noi siamo qua in silenzio senza dire niente. Da soli. Sta per dire qualcosa quando vedo Ada raggiungerci.
«ehi ragazzi vi hanno dato per dispersi»
«arrivo Ada» rispondo subito. La vedo correre di nuovo dentro il locale spingendo la porta. Sparisce.
«devo andare» dico. Cerco di smuoverlo. Voglio spiegazioni adesso.
«Elo aspetta..» ecco reazione in tempo record. Mi volto per guardarlo meglio visto che mi stavo incamminando. Mi fermo. Lui si avvicina. Dai parla. Dimmi che ti passa per il cervello. Mi fissa.
«un anno fa avrei dovuto muovermi subito invece ho lasciato che le nostre vite si separassero. Ma è sempre stata una separazione di due corpi, le nostre menti sono sempre state legate tra loro. Credo che quando hai la mente legata con una persona difficile che vada via di fretta. Nessuna sarà te. Nessuna prenderà il tuo posto. Non lo so se ho fatto bene a baciarti prima ma mi sentivo di farlo. Non sono mai andavi via da casa nostra, c'eri tu e la nostra storia. Ti sembrerà strano ma andare via sarebbe stato come buttare via tutto e io non volevo. In questo anno lunghissimo ho fatto Napoli Roma un sacco di volte. Ho sperato i primi mesi di trovarti a casa e vederti sorridere e invece proprio come te hai trovato un muro. Quella casa era freddissima e ho iniziato a provare tutte le cose che hai provato tu quando me ne sono andato. Non lo so dove mi porterà tutto questo ma di una cosa sono certo, io voglio stare con te e farò di tutto per riprenderti» dentro di me sto sorridendo. Sono felice che si sia aperto. Li guardo.
«non credi che sia troppo tardi per tornare indietro e provare a costruire una base che un anno fa non hai voluto fare?» scuote la testa.
«no. Perché quello che voglio è sempre stato stare con te ma il mio orgoglio vinceva su tutto. »
« è perché mai dovrei credere che poi non vai via di nuovo?»
«perché ti dimostrerò che non succederà. » respiro. Vorrei sentirmi dire quel fattitico ti amo ma so che adesso chiedo troppo.
« che voleva dire il bacio di prima?»
«che voglio rincominciare» abbassa la testa. Adesso sono io a dover scegliere abbracciarlo o tornare dentro lasciandogli mille dubbi.
«Eloooo, Lele, ma dove siete?» la voce di Gabriele ci richiama alla realtà. Io mi ero persa a guardare le sue mani e lui invece fissava i miei piedi. Mi avvicino gli prendo il viso.
«se mi fai male di nuovo stavolta non la passerai liscia. Sappi che la salita è rapida e lunga. Abbi tutta la pazienza di questo mondo» sorride. Dio quanto mi era mancato questo sorriso. Lo spingo dietro un muro del locale. Sta per parlare quando sentiamo Gabri richiamarci. Lo bacio, questa volta sono io ad aver bisogno di un bacio da lui. Mi stringe per i fianchi.

“sono innamorata e non posso star senza adesso.
Elodie”

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