ottantanovesimo capitolo

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Cammino avanti e indietro per casa con Mattia in braccio. Continua a piangere disperato. Ha la febbre e stanno iniziando a spuntare i dentini. Elodie invece è seduta nervosa mentre prepara le partecipazioni del nostro matrimonio.
«shhh amore.» sto cercando in tutti modi di calmarlo ma non c'è niente da fare. Lo tengo vicino al mio petto. Gli accarezzò la schiena.
«Lè - mi richiama, mi fa avvicinare - dai dammi a me provo a dargli da mangiare.»
«credo abbia di nuovo la febbre»
«prepara una camomilla che gliela diamo»
«d'accordo amore» vedo che l'ho attacca al seno e vado in cucina e preparo la camomilla. In questi giorni è iniziato lo svezzamento ma lui cerca sempre il seno della mamma. Credo che sia più voler un contatto con lei. Tra ieri e oggi ha pure la febbre. Siamo usciti a cena è sicuramente ha preso freddo.
«amore eccomi. È ancora calda»
«ritira questi che se no si sporcano. Lui pare stia mangiando. » le lascio un bacio sulla fronte.
«a che ora devi andare a Milano domani?» chiedo ritirando i fogli per le partecipazioni e la disposizione dei tavoli al ristorante.
«parto alle 10 poi torno a casa in serata»
«era solo per organizzarmi amore. Domani devo passare in studio qua, ma se ha la febbre rimando»
«grazie» la guardo. Non capisco perché ringraziarmi. È la mia famiglia è giusto cosi. «te lo sto dicendo perché stai facendo di tutto per conciliare il tuo lavoro con noi e con nostro figlio. Non ti perdi nulla»
«perché non dovrei fare questo amore?»
«non tutti gli uomini stanno vicino alle mogli lele» sorrido. Quando pronuncia mogli mi lascia un sorriso in più.
«io non sono gli altri amore. Io ci sono per voi. »
«lele ascolta ma appena abbiamo tempo libero scendiamo a Napoli. Magari Mattia ha bisogno di aria nuova. Sta sempre qua in casa. Esce poco e appunto quando esce prende freddo»
«per me non ci sono problemi amo»
«sta facendo i dentini li sento nel capezzolo»
«allora forse la febbre è per quello amo. Io se vedo che sale tanto stanotte chiamo la pediatra. »
«mhm mhm» le bacio una guancia. Accarezzo il piedino di mio figlio. Decido poi di andare a preparare la cena. Prendo il telefono. Chiamo Fabrizio senza farmi sentire da lei.
«ciao Lele dimmi. State bene? Il bambino?»
«ciao Fabrizio scusa se ti disturbo. Fine settimana elo deve lavorare?»
«no Lele perché?»
«li porto giù dai miei. La trovo stanca e vorrei si riposasse un po'»
«per me non ci sono problemi! Lei non deve lavorare»
«grazie mille.»
«ma figurati. Salutala, dai un bacio anche al tuo cucciolo»
«sarà fatto, saluta Pat e Michele su» Mi saluta e chiude. Butto la basta e la trovo in piedi con il cucciolo che cerca di addormentarsi. Appoggio il telefono. Mi bacia come si avvicina. Non mi sembra vero di stare così bene con lei. Di trovarci sempre in tanti punti. Di sentirla vicina anche quando si incazza per delle stupidaggini.

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