diciottesima parte

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A volte bisogna lasciare andare una persona per capire quanto sia importante per te. Io lo sto facendo, forse per il nostro bene, forse anche un po' per il suo. Vuole del tempo. Non so se sarò in grado di aspettare tanto ma voglio provarci. Lo lasciato andare a Napoli di nuovo perché qua sicuramente si sente stretto. Sono passati due giorni e a me sembra comunque di impazzire qua dentro. Il telefono mi squilla non so chi sia sono dentro la vasca. Allungo il braccio verso la mensola e lo prendo ancora con la mano bagnata leggo il nome. È mio padre.
«papà dimmi è successo qualcosa?»
«dovrei chiedere a te cosa te successo! A te e a Lele?» oh ecco papà sapeva che erano in crisi! Quello che non sapeva era il resto della situazione.
«papà possiamo vederci? Non mi va di parlare al telefono di queste cose al telefono»
«certo. Vuoi che scendo a Roma? »
«si papà. La situazione non è delle migliori.»
«d'accordo arrivo» riattacca e io riappoggio il telefono nella mensola. Il mio corpo finisce completamente sotto l'acqua compresa la testa. È come se non volessi sentire nulla. Le mie orecchie sentono solo l'acqua. La sensazione di nuovo. Di pace. Di silenzio. Riemergo per riprendere fiato anche se avrei voluto passare più tempo la sotto. A sentire solo la pace interiore. Esco dalla vasca, infilo l'accappatoio e scarico l'acqua. Mi guardo allo specchio sembra che non dormo da anni eppure è passato quasi un mese. Mi cambio. Mi preparo un caffè. Dopo due ore sento il campanello suonare. Questo è mio padre. Apro e lo trovo davanti a me. Mi sorride.
«ciao papà»
«ciao didi» lo faccio entrare.
«accomodati, non lo cercare tanto non c'è»
« è a Napoli?»
«si.»
«didi che è successo?»
«se ne andato dopo una lite furibonda poco prima che andassi a lavoro papà. Poi le cose si sono aggravate. Mi ha lasciato e due giorni fa è tornato. Gli mancavo. Ma siamo sempre allo stesso punto di partenza. Non se la sente di stare qui e in automatico con me.» 
« è pensare che restando distanti risolverete tutto?»
«papà penso che devo perderlo punto. Mi ha dato tanto ma a quanto pare non ci possiamo dare più niente. Lui resta restio nei miei confronti. E stato qua mi stringeva. Ma nulla era come prima. Lui ha paura. Paura che io gli faccia del male. Se lui si sente così è meglio che trovi qualcuno che lo faccia stare bene. Se stare bene significa stare a Pomigliano d'accordo. Accetto tutto. »
«Elo ma da quando ti arrendi?»
«da quando ho visto i suoi occhi privi di emozione per me papà! Mi ha chiesto di rimetterci l'anello per ricordarmi che sono sua. Ma non è un anello che cambierà la prospettiva delle cose. Lui ha bisogno di stare bene. Ha bisogno di un mondo suo. È ad oggi io non sono più   quel mondo. Sono semplicemente una ragazza, la sua prima ragazza che ha fatto tanti errori è lo ha perso. Tutto qua» si avvicina è mi abbraccia.
«non ti abbattere»
«a me importa che lui stia bene. Se lui sta bene io proverò ad andare avanti. » mi accarezza una guancia scacciando via una lacrima sfuggita al mio controllo.
«sono convinto che se volete tutto si aggiusta.»
«appunto papà, credo manchi la volontà da parte di una persona. » respiro. Mi lascio coccolare da lui che adesso è l'unico uomo della mia vita.

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