dodicesima parte

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Flashback

«ma noooo! Questa me la paghi» in quel preciso istante una risata si espande nell'aria.
«ma che rivincita vuoi amo? Daje su hai perso anche stavolta»
«Lele nessuno batte elodie di patrizi. Riaccendi la play è giochiamo a Batman muoviti!»
«dai che sembri una bambina adesso?»
«si lo sono. Ho tre anni. Dai voglio giocare con te!»
«io ti voglio fare le coccole come la mettiamo?»
«sei un ruffiano. Non ci casco. Dai! Amoooo
« mi fai morire te lo giuro. Sembri proprio una bambina che non ha il suo giocattolo preferito è sbatte i piedi per riaverlo» lui la tira sopra il suo petto. Elodie era in piedi che lo guardava con aria di sfida. I profumi si mischiano.
«io voglio giocare con te?»
«ci sono tanti modi per giocare insieme a me. Ad esempio tirarci i cuscini addosso »
«ma non vale così avrai vinto tu con il gioco alla play»
« tu sei troppo competitiva amore. Hai perso mettiti l'anima in pace. Non c'è rivincita oggi»
«stanotte dormi in giardino»
«ahahah manco tu ce credi!»
« é inutile che mi fai sti occhioni dolci eh! Con me non attacca»
«Ti amo» si guardavano in quel preciso momento. Poteva crollare anche il piano di sopra non se ne sarebbero accorti. Erano in un mondo tutto loro. Lei sapeva che lui l'amava. Glielo dimostrava ogni giorno che viveva insieme a lui. Glielo dimostrava sdraiati sul divano a giocare. Glielo dimostrava la mattina appena svegli che si dedicavano il loro tempo. Elodie sapeva che il cuore di Lele batteva esclusivamente per lei. Sapeva che lui era innamorato e aveva la mente legata a quella di lei. Quel ti amo sussurrato forse valeva solo come conferma alle mille dimostrazioni giornaliere. In quel preciso istante elodie si sistemò meglio e si avvicinò al viso di Lele per baciarlo. Voleva dimostrare anche lei di amarlo senza rispondere a un banale“ anche io”.
Voleva fargli capire che qualunque cosa fosse successa lei avrebbe stretto la sua mano. Avrebbe combattuto mille guerre perché era ciò che voleva e che vuole al suo fianco.

Fine flashback

«Elodie vuoi calmarti per favore» Sabina la mia migliore amica sta davanti a me con una mano sulla pancia e nel mentre il ritiro tutto dallo stendino.
«non ci riesco. È più forte di me. »
«guarda che piegare velocemente la sua roba non lo farà tornare qui»
«lo so. Cavolo. Me lo dite tutti che non torna. Ho capito! » urlo. Cade a terra la roba. Mi metto le mani nei capelli. Si può stare così da settimane. Lei si avvicina.
«scusa non volevo»
«stai tranquilla. Cerca di capire che forse vuole del tempo. Forse non è tutto perduto. Lo conosci meglio di qualsiasi persona elodie. Ne avete passate tante. Io sono sicura che superate anche questa. Non potrebbe essere altrimenti»
«sabi mi ha lasciato»
«magari è solo momentaneo elodie. Magari no. Però tu devi cercare il tuo bene. Io ti capisco. So che andare a vivere insieme ad una persona vuol dire legarsi al tal punto di voler da non voler andare via mai più. Ma questa cosa forse vi aiuterà a capire cosa volete davvero. Se avete bisogno di spazi!»
«io ho bisogno di svegliarmi con lui. Erano le Mattine più  belle »
«se è destino quelle mattine torneranno senza dubbio. Qui la principessa è d'accordo con me»
«amore della zia» le accarezzo la pancia. La piccolina si muove. Desideravo tanto una famiglia con lui. Ad oggi credo non arriverà mai. Mi abbraccia. Un po' mi sento a casa. Mi aiuta a mettere la roba nell'armadio.
«ma ha tutto qui ancora?» annuisco sistemando i calzini nel cassetto. Sì siede sul letto e sorride.
«se non voleva vederti più sarebbe già venuto a prendere la roba.»
«probabile piano piano venga a prenderla mentre non ci sono. Ormai mi sto rassegnando al fatto che non ci sarà più con me.»
«elodie che si arrende. Ma dove è finita la mia amica?»
«se le portata via lui a Napoli. Io forse non so più chi sono»
«ma vaaaaaaa; forza amica mia. Andiamo a pranzo fuori. E non voglio storie» sorrido e annuisco.

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