cinquantaquattresimo capitolo

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Ci sono quei momenti che hai sognato per anni. Che hai tenuto nel cassetto per non dover correre troppo. Ci sono dei sogni che dai spazio solo quando arriva il momento giusto. È fai decidere al sogno che lo sia. Lasci fare alla vita il percorso giusto per te. Tu lo custodisci. Lo tieni nel cassetto e poi quando dentro di te senti che è il momento giusto lo tiri fuori o magari esce da solo. Uno di questi sogni è davanti a me. Davanti allo specchio. La mia faccia leggermente gonfia. Il sorriso che c'è da sempre. Gli occhi che brillano più di prima. Due mani che si fermano su una pancina di 5 mesi. Una pancina che cresce ogni giorno. E ora come tutti giorni la guardo. La guardo per rendermi conto se è vero. Quelle due mani che la proteggono. Quelle mani che scaldano la pancia perché è nuda. Quelle mani che resterebbero eternamente la per sentire quel piccolo scricciolo che porto dentro.
Aspetti anni per questo momento è quando guardi il test, vedi la pancia crescere inizi a credere di poter iniziare un nuovo cammino. Un nuovo inizio. Una nuova famiglia. Ci credi tanto. Ci credi la mattina quando Lele si sveglia e la prima cosa è quella di parlare con il suo bambino. Ci credi quando lo senti muovere dentro di te e sai che tra qualche mese lo terrei tra le tue braccia. Ci credi quando guardi gli occhi del tuo compagno e senti sussurrate un “vi amo” perché adesso si parla al plurale e non al singolare. Ci credi ogni sera quando come adesso dopo una giornata di lavoro, ci fermiamo davanti allo specchio e fissiamo entrambi la pancia. Li dove tutto sta per incominciare. Li a guardare lo spettacolo di un piedino che ogni tanto si vede. Li fermi a goderci l'amore. Li dove si sente odore di famiglia. Li nell'istante più bello della tua vita. Sai che non ti potrà succedere niente. Sai che qualunque problema lo risolverai con lui. Sai che per ogni cosa hai qualcuno a cui appoggiarti. Sai che presto sarete mamma e papà e non più solo Lele ed Elodie. Sai che tra alcuni mesi sarai orgogliosa di ciò che hai costruito perché hai saputo aspettare esattamente il tempo giusto senza dover correre.

Flashback
Il giorno dopo averlo scoperto la giornata era iniziata in modo completamente diverso. La mano che di solito trovavo sul fianco si trovava sulla mia pancia ancora piatta. Le emozioni erano tante. Non sapevo neanche come descriverle. Erano lì che mi rendevano felice. Una giornata di sole riempiva Roma di luce propria e io dentro di me avevo un sole. Un sole diverso da quello degli altri giorni. Mi sentivo donna. Mi sentivo già mamma. Sapere che dentro mi stava crescendo una nuova vita mi rendeva estremamente felice. Quella mattina mi alzai mandai un messaggio a mia suocera dicendo che domenica ci sarebbe stata una cena anche con i miei a Roma. Dovevamo dirlo al più presto quello sarebbe stato il momento giusto. La pancia sarebbe cresciuta e non potevamo tenerlo nascosto. Lele nelle ore successive andò a lavoro così chiamai mio padre.
«ciao didi»
«ciao papà, senti devo dirti una cosa.»
«dimmi»
«domenica ci saranno genitori di Lele a Roma e siete invitati pure tu e Donatella. Mi farebbe piacere. Io Lele dobbiamo dirvi qualcosa di importante» mio padre però aveva già capito senza che io parlassi. Forse il tono della voce. Forse gli occhi della settimana scorsa a casa sua gli avevano fatto capire qualcosa.
«sto per diventare nonno vero?» restai piazzata. Sorrisi allo stesso tempo.
«si papà. » mi limitai a rispondere.
«ci vediamo domenica non mancheremo. Hai chiamato la mamma?» ecco tasto dolente. Nonostante tutto io e mamma non avevamo cosi tanti rapporti e io ancora ci soffrivo. Ma questo era un momento magico non potevo negarglielo.
«no. Ma ora lo faccio. Chiamerò pure fey e Martina. Voglio che ci siano tutti.»
«non mancherà nessuno didi» spospirai.
«papà »
«si?»
«non sei deluso da me vero?» chiesi di botto.
«sono orgoglioso della donna che sei diventata» confesso. Una lacrima sfuggi al mio controllo. Erano le parole più belle che poteva dirmi in quel momento. Ci salutammo e iniziai a chiamare gli altri. Ma solo papà riuscì a capire davvero il motivo. Linda mi confermo che domenica sarebbero stati a Roma. Già avevo paura della loro reazione. Ma sapevo anche di avere Lele al mio fianco.

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