cinquantottotesimo capitolo

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Nonostante il vento a Roma fa un caldo bestiale. Siamo solo in primavera. Non so immaginare quest'estate. La pancia inizia a far sentire il suo peso. Lele dopo la nottata non voleva neanche farmi uscire di casa. Ma stare rinchiusa mi avrebbe portato a stare peggio. Le nausee sono passate. Il mal di testa è leggero. Ieri per poco non mi ammazzano. Stiamo andando a vedere una casetta. È al piano terra, quattro stanze, una matrimoniale, due singole è uno sgabuzzino che in realtà potrebbe diventare una stanza per gli ospiti. Un bagno dentro la nostra stanza e uno fuori. La cucina e i salotto. Credo che vada più che bene. Salutiamo la proprietaria una volta arrivati. Guardo Lele. Gli stringo la mano. La signora ci fa strada all'entrata c'è il giardino condominiale. Sorrido. Immagino magari nostro figlio a giocare con gli altri bambini.
«Lorenzo vieni qua!» mi volto vedo un bambino di due anni scappare all'entrata e la faccia della mamma disperata.
«scusate, è una cosa incredibile. Ti giri un attimo è già scappano. » Lele sorride.
«non si preoccupi. » risponde il mio fidanzato, ci fa strano non essere riconosciuti. Probabilmente la gente in questo posto è molto discreta.
«piacere Antonella.»
«lele» si stringono la mano.
«elodie» facciamo la stessa cosa.
«vado a recuperare il nano se no mi combina danni chi lo sente poi mio marito. »
«arrivederci» dico.
«signora Maria mi raccomando non si affatichi»
«tranquilla Antonella. Un bacio al piccolo che correva» ridono. Mi sento già un po' a casa. È tutto così accogliente.
«allora venite?»
«subito» guardo Lele non fa altro che sorridere. Lo amo. La mia mano finisce sulla pancia. Andrà tutto bene amore mio. Sono sicura che stavolta io e papà non litigheremo. Lo seguo ed entriamo in casa. Non ci sono i mobili bene potremmo portare i nostri qua dentro.
«amore allora cosa ne dici? Il salotto è anche grande. Guarda li possiamo mettere la mia roba da lavoro e dall'altra parte i giochini per il bambino. » non posso far altro che sorridere. La sua voglia di fare, di creare, di costruire tutto mi fa sentire così bene. L'ansia che avevo sparisce. Questa casa è giusta per noi.
«la prendiamo» affermò guardando la proprietaria.
«sono felice per voi ragazzi»
«anche noi. È stata super gentile e disponibile»
«sono qua per voi. In fondo potete trovare le camere come avete visto dal volantino. Tre stanze sono vuote,mentre la stanza matrimoniale c'è un armadio e una rete. »
«noi vorremmo portare i nostri mobili signora. Magari quella rete è l'armadio possiamo metterlo in una delle tre stanze»
«ragazzi dal momento che decidete di vivere qua dentro fate come se foste a casa vostra» mi accarezza una mano la signora.
«grazie»
«grazie a voi. Sì vede che siete veramente umili nonostante il successo e l'essere famosi»
«allora...»
«vi abbiamo riconosciuto, credo anche Antonella ma siamo tutti molto discreti qua dentro e ci facciamo gli affari nostri. Voi siete come tutte le persone normali. Siete come me. Potrei essere una nonna acquisita per il nuovo arrivo» gli occhi mi bruciano. Queste cose mi emozionano.

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