C.16:||UncontrollableStress

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SIERRA

Mi spinge nel bagno chiudendo la porta a chiave. Mi volto verso di lui indietreggiando discretamente. I suoi occhi si rivolgono infine verso di me più neri del carbone, una scintilla accesa che dichiara quel poco di autocontrollo che li rimane. Se si spegnesse, so per certo che sarò fottuta. Mi ucciderà in questo bagno schifoso.

«Chase, eh? È da quanto sei tornata da Parigi che lo continui a nominare, chatti con lui, ci parli al telefono. Che devo fare? Andare spedito a Parigi insieme a Moose e papà a fargli il culo così impari la lezione?» È da quando abbiamo iniziato il nostro rapporto di amicizia che non fa altro se non essere protettivo, non credevo potesse farmi da scudo umano!

«Chi è questo coglione di turno? Un casca morto come tanti altri che ti sbavano non appena passi accanto a loro?» Aggrotto le sopracciglia. «Tanti altri? Che cazzo stai dicendo?» Chiedo sconcertata.

Connor ghigna scuotendo la testa mentre si avvicina a passi lenti e ben calcolati per farmi spaventare e mettermi in ansia. «Sei veramente così ingenua?» Chiede con un sorrisino strafottente sul volto. «Io non sono ingenua.» Ringhio rabbiosa verso di lui.

Alza un sopracciglio, nota che mi sto allontanando da lui andando sempre più verso il muro della parete opposta alla quale siamo entrati. «Allora avrai notato tutti quei coglioni che appena ti vedono iniziano a guardarti come se fossi una cazzo di dea scesa in terra.» Sussulto quando la mia schiena tocca il muro, il suo volto si fa vittorioso e al contempo selvaggio consapevole di aver messo la sua preda alle strette senza via di scampo.

«Tu forse non gli vedi, perché, anche se dici il contrario, sei ingenua, sei innocente e troppo pulita per accorgerti di quelle merde umane che ti fissano facendosi chissà quali pensieri. Sei bimba.» Contraggo la mandibola, ma non replico. «Tu non vedi come ti sbavano addosso quando passi accanto a loro senza nemmeno accorgertene. Non ti accorgi di come ti guardano il culo dopo gli hai superati facendoti i cazzi tuoi. Non riesci a capire quanto il mondo possa essere un posto schifoso e tu ci passeggi tranquillamente in mezzo come se fossi al parco giochi.» Le sue mani si appoggiano ai lati del mio viso pesantemente.

Sussulto inevitabilmente incontrando i suoi buchi neri con piccole tracce verdognole a malapena visibili. A pochi centimetri dal mio volto, i suoi ricciolini biondi che solo ora che si sono allungati noto essere ricci e non lisci, mi solleticano la fronte coperta dalla frangetta. Capelli chiari con capelli scuri, lisci e ricci. I suoi occhi che dovrebbero essere chiari sono collegati ai miei al contrario scuri di natura. Opposti.

«Perchè sei così...bimba?» Deglutisco a vuoto abbassando gli occhi non reggendone la pressione. «Non abbassarli, guardami.» La sua fronte preme contro la mia obbligandomi ad alzare la testa e a poggiare la nuca contro la parete.

Nonostante la sua altezza, con la testa inclinata di poco all'indietro riesco a vederlo perfettamente. «Ora evita di fare tanto la difficile e dimmi chi è questo Chase, bimba, altrimenti subirai le conseguenze e tu sai benissimo come sono, non tentarmi.» Cosa li dico ora?

Jess è stata portata via da suo padre per prendere a far parte del girone in cui Connor e i suoi amici fanno parte, la conosceranno di sicuro e quindi conosceranno anche la sua vita. Sapranno chi è suo padre e se li dicessi che è il padre di Jess potrebbe tagliarmi tutti i contatti con lui e mandarli l'intera banda. Non voglio metterlo in mezzo. D'altro canto, se li dico qualcos'altro potrebbe alzare le mani su di me senza nemmeno un attimo di esitazione.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora