C.23:||InfantResponsability

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PS:
Aggiornerò anche il lunedì. Due volte a settimana mi sembrano un pò poche quindi aggiornerò il lunedì, mercoledì e sabato.

SIERRA

Una volta stavo girando per villa McGarden. Ero talmente annoiata che avevo deciso di girare un pò per casa approfittando del fatto che Adam fosse come al solito a lavoro e mamma fuori città per una qualche conferenza o pubblicità televisiva. Avevo pochi anni, all'incirca 5. Mio fratello mi seguiva eccitato dall'idea che saremo entrati la dove per noi era proibito entrare sotto stretto ordine di nostro padre. Il suo ufficio.

Non sapevamo bene perché non potessimo entrare, ma da quando siamo nati, ci ha sempre raccomandati di non mettere mai piede lì dentro altrimenti le conseguenze sarebbero state davvero dure da pagare. Conoscendo ciò di cui era capace, non osavamo disubbidire, ma la mia curiosità era troppa e l'istinto di Moose di cancellare ogni regola dalla sua mente era anch'esso impossibile da placare. Così entrammo.

Erano molte le foto che abbiamo trovato, alcune dalla cornice rotta, il vetro frantumato e molte, moltissime bottiglie, alcune vuote e alcune piene che abbiamo trovato ai piedi della scrivania e sopra. Mi ricordo che Moose si ritrovò a provarne una goccia sentendosi subito male. Si comportò in modo strano. Così, per non farci scoprire, decisi di portarlo fuori senza, però, prendere una cosa che mi aveva incuriosito. Un vecchio album di fotografie. Fu così che scoprii la verità su Adam McGarden, o meglio, Adam Wilson.

Avevo una curiosità fuori dall'ordinario che mi portava sempre a scoprire cose che nella mia vita erano indispensabili. Avevo una specie di sesto senso in fatto di sospetti. Un sesto senso a quanto pare molto utile. Senza di esso non avrei mai scoperto chi veramente era Adam, non avrei mai scoperto dell'esistenza di una famiglia più grande di quanto immaginassi e infine non avrei mai scoperto chi realmente era Dimaria e in cosa si fossero cacciati i ragazzi. Ciò nonostante, questa curiosità aveva ben chiare le sue conseguenze.

Dopo aver scoperto che l'album di famiglia era stato rubato, Adam si arrabbiò molto tant'è che quasi alzo le mani contro le domestiche, finché non vidi cosa stava per fare. Mi misi in mezzo ammettendo di essere stata io.

A cinque anni mi beccai il primo schiaffo di tutta la mia vita che mi fece quasi svenire se non fosse stato per mio fratello e per Alexa, la più anziana delle domestiche. Il primo dentino iniziò a muoversi dopo quello schiaffo e pochi giorni dopo cadde.

Non raccontai mai nulla alla mamma per colpa del mio cosiddetto padre in quanto mi minacciò dicendomi che se avessi proferito parola riguardo a quello che aveva fatto avrei subito conseguenze peggiori. Peccato per lui che Moose era già agguerrito. Fu da allora che mamma e papà iniziarono a litigare.

Mamma voleva che io ed Ethan sapessimo le nostre origini e scoprissimo la nostra famiglia da parte di padre, papà, invece, voleva che ci concentrassimo solo sul nostro futuro lavoro e sulle nostre posizioni aziendali che avremo dovuto prendere in quanto nipoti del fondatore e figli di uno dei proprietari. Ed è qui che tutto è andato male...o bene, dipende.

«Quindi? Ci andiamo?» Chiede Jolen seduta su un cuscino a terra osservandoci pronta a saltellare.

Accarezzo Pascal ormai addormentato tra le mie braccia con Shantel che fa scorrere le sue unghie dal nasino fino alla testolina del mio cagnolone.

«È la festa della confraternita dopotutto, e anche la prima per noi. I Belisiani vorranno di sicuro rivoluzionare anche la classica festicciola che fanno di solito.» Deduce Shanty.

Cassidy è pronta a rispondere, purtroppo per lei è un pianto rumoroso a farci spalancare gli occhi, ancora di più quando viene gridato il mio nome.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora