SIERRA
«FIGLIO DI PUTTANA, IO TI AMMAAAAAZZO!!!» Spalanco gli occhi diventati come due palle da bowling. Ma sbatto le palpebre ripetutamente quando il vento entra a contatto con le mie iridi color cioccolata.
Fisso una sagoma tra il fumo che viene verso di me. I suoi contorni sembrano essere quelli di un uomo molto forte e anche dal corpo palestrato, probabilmente muscoloso. I capelli sembrano essere ricciolini, corti ma non troppo.
E poi lo vedo.
FLASHBACK
Paradiso tropicale misto cultura metropolitana, fonte di vacanze per chi vuole stare lontano dai problemi...già lontano...poi ci sono io che mi butto a capofitto dentro una grande piscina piena di problemi. La mia coerenza, bambini miei. La gente viene qui per rilassarsi, io invece sono qui in un fascio di nervi ingorgata nel traffico mentre sto andando e tornando da casa per portare le mie cose e quelle delle ragazze al campus.
Sto bestemmiando peggio di un camionista ucraino bloccato nella neve nel bel mezzo dell'autostrada. Ecco cosa succede quando tutti viaggiano in delle Cadillac colorate sgargianti e lente manco fossero mia nonna che cerca di svegliarsi dopo aver letto Romeo e Giulietta.
«E DAI PORCO D**! CAMMINA!!!» Schiaccio il clacson aggiungendomi al coro.
Quello di fronte ha la strada sgombra, il semaforo verde e ancora sta fermo di fronte a fumarsi quella cazzo di sigaretta che gliela ficcherei su per il culo.
Vecchietto del cazzo.
Eccolo che infine parte in quinta dopo avermi sentito bestemmiare per la ventesima volta. Sto per partire, quando il semaforo diventa rosso. Batto il pugno sul volante buttando la testa all'indietro.
Rosso. È diventato rosso. Ancora. Perché quel cazzo di vecchio non si è sbrigato. Devo starmene qui, sotto il sole cocente con Apollo che mi saluta da sopra una palma, aspettando di riuscire ad andare avanti PER PRENDERE UNA FOTTUTA VALIGIA! L'UNICA RIMASTA!
Guardo la gente camminare tranquillamente sul marciapiede. Ragazze in bikini. Donne con vestiti estivi e prosperose con delle buste in mano. Uomini in camicie sgargianti e bermuda che fissano le tizie con gli occhi di fuori. Poi ci sono io, piatta come una tavola da surf -sempre in tema con Miami- e con gli occhiali da sole per cercare di rendermi almeno un pò figa.
Sono cambiata molto di aspetto: i capelli credo che resteranno lisci a vita e la cosa mi gasa un sacco. Finalmente liscia, ma più mossa. Passavo una vita a cercare di pettinarmi i capelli, ogni volta strappandomi ciuffi con cui ci si potevano fabbricare parrucche in quantità industriale. Ma per quanto riguarda il resto, sono sempre la stessa...purtroppo. L'altezza sarà la mia peggior nemica. Sono una minchia di tappa, il mio metro e 63 rimarrà a vita cazzo, non c'è modo di cambiarlo. Le mie forme, però, sono leggermente più evidenti, non come quelle fighe che camminano per strada, certo, ma anch'io faccio la mia figura.
Resterò comunque sempre indietro rispetto alle altre donne. Vorrei reputarmi tale, ma il mio aspetto non mostra tutta questa maturità. Ho 18 anni, sembra che ne abbia 10. È umiliante. Le altre diventeranno vere e proprie donne, io sarò la bambina del gruppo. Che merda di vita.
Appena scatta il verde, metto in moto per partire. Dallo specchietto noto una macchina arrivare a tutta velocità, ma la ignoro convinta che cambierà corsia. Ma invece di girare come credevo, questo sembra voler andare dritto nella mia stessa strada. Cerco l'acceleratore per evitare la catastrofe, quando questa si abbatte su di me.
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Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]
Humor[COMPLETA] (S.2) Erano considerati due anime sperdute in una landa desolata chiamata "vita". I due si incontrarono in una notte, ma questo portò solo all'inizio dell'incubo. Lui era un demone malato, sadico di per sé che vagava alla ricerca di qualc...