C.89:||Hey,WakeUp!

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Everything Black-Unlike Pluto(Feat. Mike Taylor)
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◀️⏸️▶️

CONNOR

La situazione: tre giorni di totale insonnia e digiuno seduto su una fottuta poltrona con il cane in braccio a vedere quel cadavere con un tic all'occhio tanto da farmi sembrare un serial killer.
I ragazzi che nel frattempo andavano e venivano dalla stanza per riprendere le loro lezioni mentre io restavo seduto andando in bagno solo una volta al giorno.
Vado in bagno un minuto lasciando i ragazzi con Sierra, mi abbasso due secondi i pantaloni, incomincio a pisciare ed ecco che iniziano ad urlare, porte che sbattono, cani che abbaiano, gente che richiama le infermiere e poi ci sono io che scivolo e cado in bagno senza che nessuno mi senta per quanto fracasso fanno.

Ed eccomi qui.
Sdraiato sul letto attaccato a quello di Sierra con una benda attorno alla testa che ho picchiato contro il lavandino.
Fantastico, no? E INVECE NO!
Ci mancava poco che mi decapitassi in un fottuto cesso di un fottuto ospedale!
La buona notizia è che la bimba ha aperto gli occhi.
Nel momento meno opportuno, ma ha aperto gli occhi.

È ancora molto debole.
A malapena riesce a parlare o a tenere le palpebre totalmente aperte, ma è cosciente di tutto ciò che ha intorno e della nostra presenza, cosa molto importante.

«Ciao, Sira! Ti verremo a trovare domani!»
Sierra annuisce all'esclamazione di Jolen che spinge Mavis per poter chiudere la porta.
«CIA-» La porta sbatte contro il muso di Carlos.

Mi volto verso di lei.
Chiude gli occhi respirando quasi a fatica.
Il suo petto si alza e riabbassa regolarmente.
La sua pelle ha perso il suo colorito bronzeo.
I suoi capelli sono sparpagliati sul cuscino mentre la frangetta continua a dominare sulla sua fronte teneramente da sopra la benda che ha attorno alla testa come la mia messa poco fa.

«Non stai meglio.» Ribadisco mettendo alla luce la bugia che ha detto agli altri e a cui hanno fatto finta di credere.
«Sono solo stanca...» Dio, quella voce.

È così fragile.
È fin troppo debole e vulnerabile, la cosa mi crea uno strano senso di preoccupazione.
Abbiamo la fortuna di saperla viva, ora anche sveglia, ma a quale scopo se non si muove e parla come se stesse lottando per tenere gli occhi aperti e non chiuderli per sempre?
Non riesco a vederla così...ferma.
Forse sarebbe stato meglio che rimanesse ancora a riposo.

Scendo dal letto prendendo posto sul suo facendole schiudere gli occhi, ridacchia leggermente allungando debolmente la mano verso la benda che ho alla testa. «Che ti sei fatto?» Chiede flebilmente.
Mi strofino la mano sulla tempia. «Sono caduto in bagno, ma non ridere.»
Ghigna leggermente divertita.
La sua mano scivola giù dalla mia guancia, prima che possa cadere nel vuoto, gliel'afferro.

I suoi occhioni nocciola mi fissano intensamente.
Le sue gote prendono una leggera tonalità più rosea.
Emette un leggero lamento cercando di ritirare la mano con tutta la forza che ha in corpo, ma essendo debole, risulta solo un piccolo strattone di un neonato incapace di prendere qualcosa.
Le stringo di più la mano contro la mia guancia.

«Che ti prende?»
Mi guarda cercando di ritirare la mano, sembra a disagio, come se non mi volesse qui. «Lasciami, Connor...» Mormora lei a voce bassa.
«Prima dimmi cos'hai.» Richiedo io con voce più dura e uno sguardo più innervosito.
«No, vattene via...» Sussurra ancora.
La sua voce non riesce ad essere più alta, sembra fare uno sforzo immane solo per pronunciare una lettera.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora