C.73:||BiologyReview

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Mi Necessita-PRETTYMUCH, CNCO
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SIERRA

Le mie dita viaggiano veloci sulla tastiera alla ricerca di questo Ricky Jones che ha innescato la mia curiosità.
Di solito questa non sbaglia mai quando centro un punto che mi incuriosisce.
Ciò che è strano è che provo un certo senso di dispiacere, come una profonda tristezza mentre cerco questo uomo che ha "comprato" Sardonice.
La cosa mi intriga sempre più.
Ho un brutto presentimento riguardo tutto ciò.

Trovo un articolo su questo uomo a quanto pare data la fama risaputa nell'azienda in cui lavora.
Quando sto per cliccare e vedere di cosa possa parlare, uno zaino viene brutalmente buttato sul tavolo della biblioteca accanto a me facendomi sobbalzare.

Alzo lo sguardo verso di lui.
«Fai più piano, siamo in biblioteca!» Esclamo io, Connor si guarda attorno scocciato.
«Ma non c'è nessuno!» Certo, se mi fai venire qui verso verso sera è palese che non ci sia nessuno e stiano tutti cenando, no?
«Chissà perché...» Borbotto io.

Mi lancia un'occhiataccia spostando la sedia accanto alla mia.
«Che guardi?» Chiede allungandosi per vedere lo schermo del computer.
«Volevo cercare qualcosa su quel Ricky Jones...mi insospettisce.»
Connor contrae la mandibola guardandomi poi con sguardo serio. «In che senso?»
Inclino la testa fissando lo schermo, mi mordicchio pensierosa il labbro inferiore osservando la fotografia del signor Jones.

Occhi neri, scuri come la notte.
Capelli altrettanto color cenere leggermente sbiancati probabilmente per l'età, sulla cinquantina circa.
Giacca e cravatta, lavora come menager insieme ad una squadra in un'azienda di Seattle che si occupa dell'estrazione del petrolio, cosa che causa manifestazioni ogni tre per due sotto la loro azienda dati i problemi che causa l'inquinamento, i fanatici dell'ambiente protestano abitualmente sotto la compagnia che non cede minimamente nel fare il proprio lavoro.
Da una parte è anche vero che i soldi servono per le famiglie, ma dall'altra si ha ragione nell'avvertire i capi che la cosa sta causando gravi danni se fatta nel modo sbagliato.

«Non lo so, ma...non ti sembra famigliare?» Chiedo ingrandendo la foto verso il viso dell'uomo.
Lineamenti decisi ma freddi, oserei dire quelli di un uomo inscalfibile e glaciale nel carattere che si ripercuote sul suo viso ed occhi scuri.
I miei occhi studiano ogni caratteristica dell'uomo.

Connor accanto a me alterna lo sguardo dall'immagine alle mie iridi attente.

Noto che porta la fede al dito, quindi deve essere sposato.
I capelli leggermente bianchi mi portano a pensare che ha cinquant'anni, di conseguenza, se sposato a lungo, è molto più probabile che abbia figli di quasi circa la nostra età.
I lineamenti del suo volto, però, mi ricordano tanto qualcuno, ma chi?

«No, non lo conosco. Perché? Lo conosci?»
Scuoto distrattamente la testa.
«Allora cerca, ma non ora.»
Apre lo zaino rovesciando tutti i libri sul tavolo. «Ho bisogno di superare questo esame altrimenti posso scordarmi la prossima partita.» Ecco perché si voleva impegnare dopo una settimana intera di suppliche.
Sospiro. «Dai, dammi qua.» Mi passa un libro abbastanza grandicello sotto il naso.
«Questo qui.» Spalanco gli occhi. «Solo?» Chiedo ironica.
«No, quella è l'indice.» Ma io stavo scherzando!

Butta brutalmente gli altri libri sul tavolo. «Questo è quello che devo studiare.»
Fisso l'enorme quantità di libri che sembrano mattoni. «Oh porco d**.»
Connor si china verso la mia guancia guardando la torre. «Non ti preoccupare-» Si volta verso di me. «-il mio cazzo è molto più grande.»
Ribadisco. «Porco d**.»
Ridacchia. «No, piccola, Dio è l'ultima persona che dovresti nominare in questi casi.» Li mollo un ceffone che lo fa ridere.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora