C.40:||WeFoundHer

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SIERRA

Il volto pensieroso di Emily fa calare nel silenzio tutto l'ufficio.
Connor non sembra minimamente preoccupato, seduto tranquillamente sul divanetto con la caviglia sul ginocchio e i gomiti appoggiati con nonchalance sullo schienale, fissa annoiato la psicologa con un sopracciglio alzato e l'aria di chi presto dormirà tra cinque minuti.
Io tamburello le dita sul bracciolo del divano guardando l'orologio.

Voglio solo andarmene con i filmati sottobraccio senza che Emily mi faccia delle stupide domande.
Ma mi rendo conto che è impossibile fuggire quando incontro gli occhi azzurri della donna.


«Posso chiedere ad un mio collega, sono certa che me gli darà senza alcun problema. Ma se non volete che si apra il caso in commissariato, dovrete indagare da soli senza il nostro aiuto.»
Connor alza gli occhi al cielo.
«Era proprio quella l'intenzione, abbiamo solo bisogno delle riprese per capire di che furgone si tratta.»
Emily annuisce rivolgendo poi lo sguardo verso di me.


Tengo lo sguardo fisso sull'orologio sperando che non faccia ciò che penso stia per fare, e invece...
«Stai risolvendo il problema come ti avevo consigliato?»

Connor si fa improvvisamente più attento raddrizzandosi.
Lo maledico mentalmente.

Con uno sguardo innocente, guardo la psicologa.
«Quale consiglio? Non mi ricordo.» Mormoro dispiaciuta.

Non sembra cascarci minimamente, come darle torto?
Ho quelle parole impresse nella mia mente.
«Dovrai affrontare la tua paura del buio e della claustrofobia insieme all'artefice del ricordo.»
Mi frulla continuamente in testa la stessa medesima domanda: come dovrei fare?
Di certo Connor sarebbe l'utima persona con cui starei al buio e in una stanza chiusa.
È stato lui a farmi avere il terrore di tutto questo.

Come può il veleno essere la cura?

È un controsenso, una pazzia senza senso.
Non potrei mai reggere una tale prova, è difficile anche per me.
Uccidersi sarebbe più facile che cercare di salvarsi in questo modo.
Mi rifiuto di rivivere lo stesso trauma ancora una volta.
Non voglio avere incubi, non ancora.

«Dato che tu non te lo ricordi, posso proporlo al tuo compagno in questione.»
Connor mi lancia uno sguardo furbo sorridendo divertito alla dottoressa.
Subito scatto.
«No, no, no!»
Emily mi guarda vittoriosa incrociando le braccia al petto.

«Lo vedi che se ti sforzi riesci a ricordarti le cose?»
Ringhio.

Sembra mia madre in questo momento.

«Mi rifiuto di fare quello che mi hai detto.»
Indico Connor.
«Soprattutto con lui!» Grido io.
Il poveretto non capisce un emerito cazzo voltando i suoi occhi verdi da me ad Emily.

Questa mi punta una penna contro.
«Devi! Ne va della tua sanitá mentale.» Quella è già partita da quando ho conosciuto questo soggetto.

«Mi spieghi come faccio a salvare quel poco di cervello ripetendo le stesse cose di quella notte con la stessa persona!?»
Connor spalanca gli occhi, un sorriso malizioso delinea le sue labbra.
«Vi siete conosciuti e avete scoperto cose che vanno ben oltre il singolo rapporto sessuale. Non tutti avrebbero la vostra stessa fortuna. Con queste emozioni potreste trasformare quella notte d'inferno in una di paradiso.» Ma...mi sta dicendo di scopare!?

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora