C.31:||MumIsAlwaysMum

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SIERRA

Scendo dall'auto chiudendo la portiera. Fisso l'enorme abitazione che mi si presenta davanti dove la prima volta che la vidi non potei che trovarla calda e accogliente come un bellissimo bozzolo rassicurante. Ora che la vedo, mi rendo conto di quanto casa mi sia mancata e ancora di più le persone che ci abitano e con cui vorrei parlare.

Specialmente lei.

Vorrei sfogarmi e dirle ciò che mi ha attanagliato da quando sono ritornata a Miami. L'ultima volta non ho avuto la possibilità di dirglielo, oltre che per le altre persone presenti, anche perché non me la sentivo di farla preoccupare per nulla. Non che ora lo voglia. Cercherò di non parlarne direttamente, ma di sfogarmi in egual modo.

Salgo quindi le gradinate che portano al portone della villa. Questo subito si apre e Sam, una domestica fidata, mi salta in braccio per un tenero abbraccio.

«Sierra, ci sei mancata moltissimo!» Ricambio l'abbraccio divertita ma allo stesso modo addolcita affondando il viso tra i suoi capelli biondi.

«Cosa ti sei fatta al collo!? E alla guancia!» Mi ispeziona alzandomi addirittura la felpa per controllare che non ci siano ferite trovando dei lividi violacei sulla schiena che si stanno gonfiando. «Chi è il bastardo!?» Abbasso la felpa imbarazzata dalla sua audacia.

«Nessuno, non è nessuno!» Apre bocca per parlare, subito gliela tappo portandomi l'indice di fronte alle labbra. «Stai zitta, sono di stamattina, ho litigato con una persona e siamo passati alle mani. Non proferire parola con nessuno, ok?» Annuisce ubbidiente mentre deglutisco.

«Con chi hai fatto a botte ancora?» Quella voce mi fa voltare di scatto, soave e materna ma allo stesso tempo severa ed esigente di una risposta.

Scende le scale con grazia tenendo però i suoi occhi bruni ancorati ai miei. Le sue gambe fasciate da pantaloni scuri, tacchi alti lucidi e camicetta bianca. I capelli sono raccolti in una coda alta che lasciano liberi due ciuffi a contornarle il viso.

Sam si congeda gentilmente lanciandomi un'occhiata preoccupata non bevendosi la mia spiegazione troppo semplice.

La capisco, una persona complicata come me ha anche lei un problema complicato. Cose semplici come ciò che le ho detto sembrano una bugia lontana un miglio.

«Mamma...» Mi affretto ad abbracciarla accoccolandomi al suo seno stretto nella camicia. Le sue braccia mi avvolgono mentre le sue labbra si appoggiano sulla mia fronte.

«Tesoro mio. Non dovresti essere a lezione? Cosa ti è successo, amore?» Un singhiozzo sfugge al mio controllo, la mamma non dice nulla capendo bene che ho bisogno di far uscire tutto quanto.

Mi guida verso il salotto principale di fronte alla grande vetrata che ricopre l'intera parete portando fuori al giardino.

Mi siedo sul divanetto accanto a mia madre che mi preme al suo petto accarezzandomi la schiena. Non preme molto, probabilmente perché al suo primo tocco ho sobbalzato.

Le sue dita afferrano l'orlo della felpa alzandomela leggermente. Sussulta violentemente. «Sierra, cosa ti hanno fatto!?» Scuoto la testa asciugandomi le lacrime.

Mi scosta anche il colletto della felpa ammirando i graffi al collo e infine il segno rosso sulla mia guancia rigata dalle lacrime.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora