C.62:||RichardMcGarden

343 32 2
                                    

Attenzione:
🎉Voglio dedicare questo capitolo ad una ragazza che legge sempre la mia storia e che oggi come gli anni: tanti auguri Marta! Questo è un regalo da parte della tua amica Marzia, spero che ti piaccia e buon compleanno!🎉

CONNOR

Finalmente è stato esaudito il sogno di Sierra. Finalmente dopo due anni può ritornare a vedere quella neve che tanto adora e su cui ora è ben che sdraiata mentre ci rotola insieme a Pascal.
Ride, corre, insomma fa la bambina selvaggia.
Tenta di fare una capriola cadendo poi a terra quando si ritrova gambe ad aria ridendo mentre Pascal scalcia la neve sul corpo della padrona per fare una buca.

Sospiro facendo si che il mio fiato caldo si mostri con l'aria fredda.
Un peso accanto a me sulle scale in legno che portano al giardino dietro il maniero mi fanno voltare vedendo Carlos che mi allunga una tazza ancora fumante di cioccolata calda.
L'afferro scaldandomi le mani con il contenitore bollente riportando lo sguardo sulla piccola scimmietta impazzita.

Speedy ridacchia divertito.
«È proprio andata, vero?» Annuisco portandomi la tazza alle labbra.
«Dov'è il cane?» Chiede ancora.
Lo indico con il mento. «È lì davanti a lei.»
Carlos si volta esterrefatto verso di me. «Ma non c'è un cazzo.» Dice lui.

Dio che coglionaggine.

«Perchè si mimetizza con la neve, idiota!»
Si illumina. «Ecco perché l'ha chiamato come il camaleonte di Rapunzel.» Borbotta.
Già, è deduttiva la bimba, che credevi?
Mica è stupida come te.
Non del tutto almeno.

«Pascal! Smettila!» Grida Sierra ridacchiando afferrando il cane che Carlos non vedeva.
Scuoto la testa divertito bevendo tutto d'un sorso la cioccolata calda.

«Da quanto tempo siete qua fuori?» Da quando mi si è catapultata addosso mentre dormivo trascinandomi fuori al freddo per giocare con la neve.
Ho il ghiaccio anche nelle mutande!
«Dalle nove.» Mi massaggio il cazzo congelato, Carlos ridacchia. «Siete qui da 5 ore, merda, così morite.»
Scrollo le spalle.

Credo che ora come ora lei si sia abituata al freddo, io non mi preoccupo nemmeno di me stesso perché tanto non patisco minimamente il gelo.
Credo di avere un problema con la temperatura corporea, l'ho sempre in più della media normale, la cosa ha sempre preoccupato mio padre credendo che avessi una febbre perenne.

«Ci siamo abituati. Riusciresti mai a staccarla?» Chiedo a Carlos indicando quella pazza.
La osserva e poi guarda me scuotendo rassegnato la testa. «Magari qualcun'altro si.»

Come un richiamo, una domestica si affaccia alla porta finestra.
Riconosco essere Joanna che sorride divertita nel vedere la ragazza impazzita.
Trema leggermente uscendo fuori mentre si avvolge le braccia al busto.
La guardo curioso mentre Carlos si rivolge con viso corrucciato verso di lei.

«Signorina.»
Sierra si alza leggermente per guardarla.
Si scrolla la neve da sopra la testa.
«Il signor McGarden desidera parlarle nel suo ufficio.»
Lo sguardo stranamente fattosi più attento e serio di Sierra fa irrigidire Speedy Gonzales al mio fianco.
«Sì.» Il tono della tigrotta sembra tornare ragionevole, la voce di un'adulta conscenziente delle sue responsabilità.

Si alza scrollandosi la neve anche dai vestiti facendo cenno al cane di entrare in casa.
Joanna annuisce sparendo dalla nostra vista.
Sierra si avvicina a noi. «Sembra essere importante, cosa vorrà da te?» Chiede Carlos.
Sierra scuote le spalle. «Probabilmente avendomi vista in giro vorranno qualcosa da me per l'azienda. Non avevo contato il fatto di poter essere soggetta a lavoro qui, in effetti avrei dovuto pensarci.» Mi sbatto una mano sul viso quando ridacchia nervosamente passandosi la mano tra i capelli.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora