C.33:||AColdRevenge

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SIERRA

Mi stringe la vita.
«Forse dovresti affrontarlo.» Mi consiglia lui osservandomi gli occhi con interesse amorevole.

Scuoto la testa. «Non sono sicura che io e lui abbiamo lo stesso significato di affronto.»
Li faccio sfuggire un debole sorriso.

Infilo il viso nell'incavo del suo collo.
Il suo braccio mi attira a sé per un tenero abbraccio fraterno.

In questo momento vorrei che Moose fosse qua, ad abbracciarmi stesi sul letto a chiacchierare osservando il soffito mentre fa delle battutine sulla mia schifosa situazione.
Mi manca il mio gemello.
I suoi ricciolini che adoravo accarezzare, i suoi occhioni di cioccolata uguali ai miei, i suoi tenerissimi abbracci da orso grizzly.
Mi manca addirittura la sua mania per il timballo.

Forse potrei riportarlo qui cucinando un timballo formato gigante.
Non sarebbe così male.

«Da quand'è che non dormi bene?»
La sua mano si intrufola tra i miei capelli accarezzandomeli teneramente.
«Da quando ho saputo tutto.» Ammetto io.

Step mi lascia un piccolo bacio sulla fronte. «Non ci pensare troppo. Si risolverà anche questa, vedrai.» Speriamo.
«Vorrei crederci tanto quanto te, ma la cosa mi sembra andata troppo oltre.» Dico io fissando il vuoto.

Alza il piumone coprendomi stringendomi a se come un orsacchiotto.
Afferro il suo ciondolo fissando la spada dorata attorcigliata da due serpenti altrettanto luminosi le cui zanne sono ai lati della pietruzza ambrata incastonata nel manico.
Accarezzo la spada con il pollice sentendone la superficie lucida.
Le scaglie dei serpenti e infine la pietra liscia.

Pensare che credevo fosse semplice bigiotteria all'inizio.
Come ho fatto a non sospettare di tutto questo?
Quasi tutti i ragazzi ne avevano una uguale al collo, dovevo pur sospettare a qualcosa che gli legasse.

Soprattutto quella di smeraldo.
Un verde bellissimo, luccicante.
Come i suoi occhi.

Gliela stringevo sempre quelle rare volte in cui mi concedevo un sano riposo insieme a lui.
Volevo sentire il peso di quella collana che inferiva su di lui facendo sì che lo sentissi io al posto suo.
E ora sento solo il peso di averlo deluso, tradito, pugnalato alle spalle mentre lui si stava sforzando a diventare mio amico.

Sono una cogliona.

«Stai parlando della situazione...o stai parlando di una certa persona?»
Lo sento sorridere conto la mia fronte, le sue labbra posate sulla mia frangetta.
Mi sfugge un sospiro.

Stephan non è stupido e riesce a percepire i miei pensieri nonostante siano silenziosi.
Avverte subito quando qualcosa non va.
Penso che questo sia uno di quei momenti, ma non me la sento di parlare di una persona che lui ha avuto come amico finché questo non l'ha mollato.

Connor pensa sul serio che sia stato Stephan a vendere la sua stessa sorella, non sa che invece Sardonice si è sacrificata per il bene di sua madre.
Un pò la capisco.
Insomma, chi non salverebbe la propria madre? Probabilmente Connor.
Lui è sempre un'eccezione per l'umanità.
Dimaria ha avuto un grande coraggio, è stato nobile da parte sua.
Nutro un profondo rispetto verso di lei in questo momento, non che prima non lo fosse, era fidanzata con Mr. Popular, il rispetto era vivo già quando l'ho saputo, non è facile avere a che fare con lui.
È una bomba atomica.

«Odia quando si toccano cose sue. Potrebbe arrivare ad ucciderti se poggiassi le mani su oggetti di sua proprietà.»
Questo non mi rassicura.
«Ma infondo sei tu, ti tratterà diversamente.»
Quindi mi ammazzerá prima? Fantastico.
«Non mi rassicuri.» Mormoro io.
Scuote leggermente la testa. «No, non intendevo che ti farà fuori prima. Ma ci andrà leggero.»

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora