C.52:||CrazyNightEver

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SIERRA

Arrivati al Motel decidiamo di prendere una sola stanza dove alcuni staranno a dormire per terra e quei pochi che staranno perfettamente nel letto dormiranno stretti.
Ma evidentemente non è dormire quello che gli altri vogliono fare, infatti, nonostante la stanchezza, sembrano volersi divertire un pò.
Come darli torto?
Sembrano secoli che non ci vediamo e invece è passata solo una settimana da quando ci siamo divisi.

«Signori, in onore della Belisia, quest'oggi invocheremo il gioco che molti temono.» Dice Joshua fermandosi per bere l'ultimo sorso della sua bottiglia di birra posandola poi sulla valigia messa al centro.

«Obbligo o verità, Extreme.» Si elevano le nostre grida eccitati all'idea, un pò per l'euforia del momento e un pò per colpa dell'alcool.

Aston sistema la telecamera in modo che possa filmarci per poi inviare il video ai rappresentanti dei Belisiani che lo controlleranno per vedere se è valido al caricamento sul sito ufficiale.
Bevo la mia birra a gran sorsi.

«Se qualcuno rifiuta un obbligo o non dice la verità, verrà chiuso nel furgone a digiuno e con-» Schiocca le dita.
Alle sue spalle, nel buio della stanza vagamente illuminata da una luce soffusa e dai lampioni che si vedono dalla finestra, due zanne attirano l'attenzione di tutti visibilmente terrorizzati.
Tranne me.

«Vieni qui, bello!» Subito il suo musetto si fa vedere correndo verso di me scodinzolando.
«E ma non vale, è il tuo cane, non ti farà mai niente!» Esclama Carlos.

Alzo un sopracciglio.
Metto l'avambraccio di fronte al muso di Pascal che lo annusa e come ho imparato ormai dalla prima volta, faccio ciò che più odia.
Alzo il mignolo.
Subito inizia ad abbaiare e più incazzato che mai sotto lo sguardo scioccato di tutti, si butta all'attacco mordendomi l'avambraccio.

«O MA SEI IMPAZZITO!?» Grida Connor afferrando la sua cosiddetta palla di pelo prima che lo facciano le ragazze.

«No, non mi attaccherà mai.» Ironizzo io guardando verso Carlos con un sopracciglio alzato.

Nascosto dietro i capelli di mia cugina come se fossero una tenda, indica tremante il mio cane che morde giocosamente la mano di Connor per sbollire, quest'ultimo non sembra affatto dolorante, anzi, lo guarda noncurante e annoiato.

«P-Perchè ti ha attaccato?» Mi massaggio l'avambraccio leggermente arrossato con l'impronte delle zanne del mio cane affossate nella mia carne.
«Se li alzo il mignolo s'incazza. Li ricordano gli inglesi quando prendono il tè e afferrano la tazzina con il dito all'insù.»

Anthony alza le sopracciglia fino all'attaccatura dei capelli.
«Odia gli inglesi?» Chiede infine.
«No, odia il tè degli inglesi.»
Le loro facce sono visibilmente confuse.

Non gli racconterò certo il viaggio fatto a Londra insieme a mamma.
Pascal attaccò alcune signore che stavano bevendo il tè al bar.
A una le cadde la tazzina e Pas andò a bere da terra la pozzanghera, era diventato parecchio irascibile e quando ha visto le tizie con il mignolo alzato con ancora le tazze in mano, è andato fuori di senno.
Da allora pensa che il mignolo alzato significhi l'ora del tè.

«Comunque! Iniziamo!» Grida subito Jerry afferrando la bottiglia che subito gira.
Il collo si ferma lentamente verso Mavis.

Subito Jerry sorride perfidamente strofinando le mani l'una sull'altra. «Mavis! Obbligo o verità?»
Mav lo fulmina con lo sguardo. «Veritá.» È segnata a vita.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora