Attenzione:
Contiene scene erotiche, linguaggio forte e tutto ciò per cui rileggete questo capitolo quando non avrete nulla da fare.SIERRA
Mi sfugge un gemito quando le sue mani risalgono verso i miei seni stringendoli.
Mi copro la bocca arrossendo come un peperone.
Maneggio con la chiave per cercare di centrare la serratura a mani tremanti.
Al contrario Connor non sembra minimamente interessato a ciò che sto facendo, troppo distratto a torturarmi il collo e massaggiandomi i seni per farmi perdere il controllo di me stessa.
Apro a fatica la porta che Connor richiude distrattamente con il piede alle sue spalle.
Mi fermo un secondo ansimante all'entrata mentre le sue mani stringono brutalmente il mio petto facendomi sfuggire dei mugolii sconnessi.Credevo che la tortura sarebbe finita dopo il tragitto fatto tra le sue mani che ogni volta allontanavo.
Evidentemente mi sbagliavo.
Forse quello era solo un avvertimento su quanto mi avrebbe fatto una volta arrivati.«Connor...» Mugolo accaldata quando sento le sue dita andare a sbottonarmi il cappotto con violenta impazienza rischiando quasi di strapparmelo di dosso.
Preme i suoi fianchi contro i miei facendomi sentire bene il suo membro stretto nei jeans sul mio sedere.
Reclino la testa all'indietro poggiando la nuca sulla sua spalla, approfitta del mio cedimento per portare le sue labbra al mio collo solleticandomi la pelle con i denti e la lingua calda.
Li avvolgo il collo con il braccio cacciando un gemito maltrattenuto dalle mie labbra.
Serro le cosce sentendo un brivido simile a quello dell'ultima volta quando ci siamo concessi un piccolo momento di intimità nel furgone.Le sue dita mi scostano velocemente i lembi del cappotto per cercare i bottoni della mia camicia.
Le mie gambe tremano come gelatina alla pressione dei brividi che mi assalgono.
Avvertendo il mio forte fremito, mi allaccia un braccio attorno alla vita stringendomi al suo busto modellato sotto la felpa, ma nel momento in cui sta per sbottonarmi il primo bottone, le luci della casa si accendono come l'albero di Natale facendomi spalancare gli occhi risvegliandomi bruscamente dal mio torpore.Caccio un gridolino quando Connor mi afferra di scatto portandomi dietro la sua schiena.
Le sue mani mi stringono il sedere pur di tenermi attaccata alla sua schiena.
«Cosa stai facendo!?» Grido io.
Mi strizza le chiappe guardandomi male come a dirmi di stare zitta.
Deglutisco a quello sguardo truce cercando di guardare oltre la sua spalla verso l'entrata del corridoio quando scorgo una sagoma.Rhea si affaccia preoccupata accompagnata da Joanna dietro di lei per vedere chi sia entrato con così poca delicatezza e gemendo.
Subito arrossisco imbarazzata per essermi fatta beccare.
Rhea spalanca gli occhi nel vederci mollando delle gomitate a Joanna che scoppia a ridere.«Signorini, capisco gli ormoni ma non credete di esagerare?» Chiede Rhea incrociando le braccia al petto.
Sbuffo abbassando il capo per non mostrare le mie gote arrossate.
Connor scocca infastidito la lingua contro il palato. «Come se voi da giovani non aprivate le gambe di nascosto al vostro uomo, ma fatemi il piacere.»
Joanna soffoca tra le risate nell'intento di fermarsi, al contrario, Rhea si irrigidisce voltando in seguito lo sguardo verso di me per guardarmi circospetta.«Riesci a-» Annuisco seppur imbarazzata apprezzo la sua preoccupazione.
Sospira. «D'accordo allora farò finta di niente.»
Punta un dito contro Connor. «Usa il preservativo.»
Spalanco gli occhi. «RHEA!»
Connor scoppia a ridere come un'idiota.Joanna afferra divertita l'amica dal polso spegnendo le luci facendoci calare nelle tenebre.
I loro mormorii continuano per tutto il corridoio insieme ai loro passi sul parquet, dopodiché, ecco che le porte si chiudono e Connor si affretta a lasciarmi andare.
Mi metto di fronte a lui irritata. «Cosa ti salta in men-te...» Perché mi guarda come se fossi una pizza con le patatine fritte?
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Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]
Humor[COMPLETA] (S.2) Erano considerati due anime sperdute in una landa desolata chiamata "vita". I due si incontrarono in una notte, ma questo portò solo all'inizio dell'incubo. Lui era un demone malato, sadico di per sé che vagava alla ricerca di qualc...