C.34:||LatinAmericanGirl

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SIERRA

Sospiro.
Mi siedo sul pavimento portandomi le gambe al petto mentre mi appoggio alla fredda parete dell'ascensore.

Motivo? Qualcuno ha bloccato la corsa.
Chi? Beh, la risposta mi sembra abbastanza chiara come il sole.
Chi mai potrebbe bloccare la corsa di un ascensore casualmente quando ci sono solo io all'interno? Connor Brooks.

Mi ha buttato giù dalle scale, mi ha strappato gli appunti di storia rubandomi il quaderno, ha maneggiato con i tubi di scarico della doccia invertendo l'acqua fredda con quella bollente, ha messo la musica al massimo durante la notte e ora mi ha chiuso in un ascensore.

Sta andando troppo oltre.

Capisco che sia arrabbiato con me, ma ora sta leggermente esagerando.
Sono stata zitta, mi sono detta che aveva ragione a vendicarsi, ma ora basta.
Dopo un mese di continue torture credo che abbia sbollito abbastanza, ci sta prendendo troppo la mano.

Afferro il telefono andando in rubrica cercando il numero di Mavis.
Una volta trovato clicco il tasto chiama portandomi la cornetta all'orecchio.
Pochi secondi dopo, al primo squillo la sua voce mi giunge alle orecchie.

«Pronto?» La sua voce è assonnata.

Mi dispiace dover sempre riporre i miei problemi sui ragazzi, non vorrei farli entrare anche loro nella battaglia, ma se proprio non riesco a risolverla chiamo loro.
Per il quaderno mi sono arrabbiata, per l'acqua ho dovuto fare una doccia scottante a metà ottobre e per la musica ho usato Pascal come paraorecchie.
Mi chiedevano sempre se andasse tutto bene, annuivo e basta e quando volevano aiutarmi dicevo di no.
Ora sono chiusa in un fottuto ascensore alle otto di sera!
Non mi dà pace neanche di notte!

«Ehm...Mav, ho bisogno di un aiutino...» Mormoro imbarazzata passandomi la mano sul collo, Pascal viene ad accucciarsi sulle mie gambe che stendo sul pavimento.

Sento Mavis ringhiare.
«Che ha fatto quello stronzo?»
Mi schiarisco la gola.
«Tu porta solo un piede di porco.» Dico semplicemente.

Affondo la mano nel manto bianco di Pascal sospirando mentre fisso le luci dell'ascensore accese.

«Cos-Perchè!?»
Ringhio. «Perchè sono chiusa nel fottuto ascensore!»

La sento imprecare, poi un miagolio strozzato, probabilmente di Ti-Pex volata via per colpa di Mavis.

«JOSHUA, PRENDI IL PIEDE DI PORCO, SBRIGATI!»

Pascal drizza le orecchie.
La voce di Mavis si è sentita anche da dentro l'ascensore per non dire in tutto il condominio.
I passi di corsa al nostro piano giungono alle mie orecchie insieme alle loro urla.
«ARRIVO, SORELLA!»

Sbatto la nuca contro la parete.

Poverini, sono sempre sugli attenti, c'è solo bisogno di pronunciare i loro nomi che subito partono in guardia.

«VAI, HERMANO, CHE LA FORZA SIA CON TE!» La voce di Carlos quasi disperata mi fa sorridere divertita.
«DOV'È QUEL COGLIONE!?» Chiede urlando Aston sbattendo una porta.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora