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[AUTUMN]
ESIGO UN OSCAR PER I MIEI FILM MENTALI

Passarono i giorni e la Raimon continuò a collezionare una serie di vittorie. Superarono un turno dopo l'altro e il tempo passò talmente in fretta che tra poco si sarebbe disputata la semifinale della fase regionale. La cosa mi aveva lasciato parecchio sorpresa all'inizio, ma poi, conoscendo meglio Mark e la determinazione dei suoi compagni, capii che non c'era nulla di così strano nel fatto che fossero arrivati fino a quel punto.

Ero in centro, quando decisi di passare al ristorante di Seymour Hillman. «Buongiorno!» gridai felice non appena entrai.

L'uomo alzò la testa dalla pentola e mi rivolse un gran sorriso. «Autumn, la mia assidua cliente. Se questo posto va avanti credo che sia per gran parte merito tuo» ridacchiò «Come stai?» mi chiese.

«Tutto bene» risposi, prendendo posto al bancone.

A quel punto il mio telefono iniziò a squillare. Diedi una rapida occhiata allo schermo e vidi la scritta "Detective Smith" comparire sul display. Immaginai subito di cosa volesse parlarmi: qualche giorno prima gli avevo chiesto di indagare sulla squadra della Raimon, sul suo allenatore per essere precisi. Era impossibile che Ray Dark non avesse una spia all'interno della squadra e di sicuro Bobby Shearer non poteva fare più di tanto, essendo solo un ragazzo. «Pronto?» domandai una volta accettata la chiamata.

L'uomo dall'altro capo del telefono si schiarì la voce. «Sono il Detective Smith» mi confermò «Autumn i tuoi sospetti erano corretti. Wintersea lavora per Dark» confessò.

Mi lasciai scappare un sospiro rassegnato. «C'era da aspettarselo...» risposi cercando di non farmi sentire dall'uomo che avevo davanti, intento a preparare i suoi inimitabili spaghetti. Scambiammo ancora un paio di parole, dove si raccomandava di non raccontare questa storia a nessuno, spiegandomi che ci avrebbe pensato lui stesso al più presto, e poi mi salutò dicendomi che avrebbe dovuto occuparsi di un caso importante.

«Sei sicura che la tua famiglia avrebbe voluto questo?» mi chiese Hillman non appena chiusi la chiamata.

Alzai lo sguardo e lo fissai negli occhi. «Ormai la mia famiglia non c'è più, faccio solo quello che è meglio per me stessa» replicai facendo spallucce.

Seymour Hillman mi guardò con sguardo severo. «Il meglio per te è quello di giocare a calcio con dei ragazzi che possano far emergere il tuo vero talento» mi rimproverò «Ho visto l'ammirazione con cui guardavi il ragazzo che è venuto qui con te l'altra sera... tu vorresti giocare con gente come lui»

Mi irrigidii a pensare all'attaccante biondo e alla serata che avevamo trascorso insieme al campo lì vicino. «È quello che sto facendo. Arrivederci Seymour Hillman» mi alzai dalla sedia, infastidita più che mai. Ma chi diamine pensava di essere? Non era di certo mio padre per parlarmi in quel modo. Al diavolo lui e i suoi consigli non richiesti.

Non appena oltrepassai la porta notai proprio loro, i ragazzi della Raimon. Mi avvicinai, incuriosita dal loro guardarsi intorno con sospetto. «Cosa state cercando?» domandai, facendo saltare qualcuno dalla paura.

«Stiamo andando al Maid Café» rispose tranquillamente Willy, mentre gli altri avevano assunto un colorito rosso dall'imbarazzo.

Inarcai un sopracciglio, cercando l'appoggio delle ragazze. «Al Maid... Café?» guardai Candace, che era diventata paonazza. Lei annuì debolmente, in preda alla vergogna.

Willy si sistemò gli occhiali sul naso con fare da intenditore. «Sì, sembra che sia la base dei nostri prossimi avversari, la Otaku» continuò. Certo che per avere come sede un Maid Café non dovevano essere troppo normali...

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora