Klaus Michealson [Tvd]

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Siamo qui, nella mia piccola casa di New Orleans, con Klaus Mikaelson che sembra a suo agio come non l’ho mai visto

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Siamo qui, nella mia piccola casa di New Orleans, con Klaus Mikaelson che sembra a suo agio come non l’ho mai visto.

Io?

Io sono un fascio di nervi.

Perché ho accettato di farmi coinvolgere in uno dei suoi piani contorti?

Ah già, perché ho un debole per i suoi sorrisi beffardi e lo sguardo che riesce a trapassarti l’anima come un dardo infuocato.

Lui è appoggiato alla parete con quel suo fare sfrontato, le braccia incrociate sul petto e un sorriso che mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi… o baciarlo.

Dipende dai minuti della giornata.

I suoi occhi sono puntati su di me, e sento un brivido corrermi lungo la schiena.

Maledetto Klaus, lo sa bene che ha quest’effetto su di me.

È quasi come se ci stesse giocando.

-Sai, dolcezza- inizia lui, con quel tono vellutato che riesce a farmi venire voglia di fuggire e avvicinarmi nello stesso tempo -mi aspettavo di più. Pensavo avresti avuto una replica pronta per difenderti, ma eccoti qui, senza parole-

Lo guardo con un sopracciglio alzato, cercando di mascherare il nervosismo con una finta indifferenza -Non tutte le conversazioni meritano una risposta brillante, Klaus. A volte è più divertente vedere dove vuoi arrivare-

Lui ride, una risata bassa e profonda che mi fa vibrare il petto.

Si avvicina con passo lento e misurato, come un predatore che si avvicina alla sua preda.

Non che io abbia paura di lui, intendiamoci, ma non posso negare che ogni singolo mio senso sia consapevole della sua presenza.

Il suo profumo mi avvolge – un misto di muschio e qualcosa di più oscuro, più pericoloso.

Quando è abbastanza vicino da farmi sentire il calore del suo respiro sulla mia pelle, inclina leggermente la testa di lato e sorride in quel modo che fa alzare la temperatura della stanza di almeno cinque gradi.

-Sai, T/n- sussurra -c’è qualcosa di affascinante nel modo in cui cerchi di resistermi-

-Io non sto cercando di resisterti- replico con voce più sicura di quanto mi senta realmente -Sto solo cercando di non cadere nei tuoi giochetti manipolatori-

-Manipolatori?- Klaus solleva un sopracciglio, fingendo sorpresa -Cara, io sono sempre stato diretto con te-

La sua mano si alza lentamente fino a raggiungere il mio viso, le sue dita sfiorano la mia guancia con una delicatezza che non mi aspetto da lui.

La pelle mi brucia sotto il suo tocco, e mi sorprendo a trattenere il respiro.

Con un movimento fluido, mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e il gesto ha qualcosa di incredibilmente intimo, quasi… dolce.

Mi rendo conto che il mio cuore sta battendo troppo velocemente, e cerco disperatamente di ricordarmi che Klaus Mikaelson è un sociopatico di mille anni che si diverte a scombinare la vita delle persone -Siamo seri, Klaus, a cosa stai giocando questa volta?-

Lui non risponde subito, invece si china ancora di più, finché le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie.

Posso sentire il calore del suo corpo avvolgermi, il suo sguardo inchiodato al mio, e per un momento dimentico cosa stavo dicendo.

I suoi occhi brillano di qualcosa che non so se interpretare come affetto o desiderio... o forse entrambe le cose.

-Non è un gioco, amore mio- dice infine, e prima che possa rispondere, le sue labbra catturano le mie.

Il bacio è tutt'altro che delicato.

È fame, rabbia e desiderio mescolati insieme.

Le sue labbra sono morbide ma decise, premendo contro le mie con un’urgenza che mi lascia senza fiato.

La sua mano si infila tra i miei capelli, stringendoli con una leggera forza che manda una scossa lungo la mia spina dorsale.

Rispondo al bacio con altrettanta intensità, le dita che si aggrappano alla sua giacca come se avessi bisogno di sostenermi per non cadere.

Le sue labbra si schiudono leggermente, e il suo respiro si fonde al mio mentre la sua lingua esplora con abilità, scatenando una marea di sensazioni che mi fanno girare la testa.

È travolgente, spietato, ma c’è anche una dolcezza nascosta nel modo in cui le sue mani scivolano lungo la mia schiena, avvicinandomi ancora di più.

È come se volesse divorarmi e proteggermi nello stesso tempo.

Quando finalmente ci separiamo, sono senza fiato e con le guance arrossate.

Klaus mi guarda con un’intensità che sembra quasi… vulnerabile?

No, impossibile.

Non stiamo parlando di un uomo abituato a mostrare debolezze.

-Che succede, Mikaelson?- domando con una nota di sarcasmo, cercando di riprendere il controllo -Hai perso il tuo tocco?-

-Non credo, amore mio- risponde lui con un sorriso furbo, ma questa volta c’è un luccichio nei suoi occhi che non riesco a decifrare -Ma forse…- fa un passo indietro e si mette una mano in tasca, tirando fuori un piccolo oggetto che non avevo notato prima.

È una scatolina di velluto.

Oh no.

Il mio cuore fa un balzo -Non osare…- inizio a dire, ma lui mi interrompe, scattando in ginocchio con una teatralità che riesco a trovare sia affascinante che incredibilmente irritante.

-Oh, ma è proprio quello che sto facendo, dolcezza- Klaus sorride, quel sorriso che potrebbe sciogliere anche il cuore più gelido -T/n, sono uno che ha commesso più errori di quanti ne possa contare e che non ha mai avuto paura di giocare sporco per ottenere ciò che voleva. Ma tu...- Si ferma un attimo, e per un istante sembra quasi vulnerabile -Tu sei l’unica cosa che abbia mai veramente desiderato, e sono stanco di fingere il contrario-

Apre la scatolina, rivelando un anello d’oro antico con una pietra verde scuro al centro che scintilla alla luce.

È semplice, ma incredibilmente bello, proprio come lui.

-Mi vuoi sposare?- chiede, e la sua voce è morbida, quasi implorante, come se stesse mettendo il suo cuore nelle mie mani.

Lo guardo, ancora senza fiato, e in quel momento mi rendo conto che, per quanto folle e pericoloso possa essere, Klaus Mikaelson è la persona di cui non potrei mai fare a meno -Non avevi bisogno di inginocchiarti, sai- gli dico con un sorriso tremante -Ma la risposta è sì, dannazione-

Lui si alza in piedi, il sorriso che illumina il suo viso è così sdolcinato che non avrei mai pensato di poterlo vedere su di lui.

Mi prende tra le braccia e mi solleva in aria, ridendo come se avesse appena vinto la sua battaglia più grande.

-Ti avverto, T/n- mi sussurra contro l’orecchio -non sarai mai libera da me ora-

-Non l’ho mai voluto essere- rispondo, e stavolta sono io a catturare le sue labbra in un bacio.

Immagina Multifandom² - Richieste Aperte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora