Trovate la mia prima raccolta "Immagina Multifandom" sul profilo :3
Faccio quel che so fare meglio: i film mentali.
Richieste aperteee.
Aggiorno quando ho voglia, tempo e fantasia.
Alcuni film/serie:
-Film vari
-Supernatural [Spn]
-Lucifer
-Maz...
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La Bau è un luogo frenetico, e oggi sembra persino più caotica del solito.
Gli agenti si muovono in continuazione, le telefonate si incrociano, mentre il rumore delle tastiere si mescola ai loro discorsi.
Io sono seduta alla mia scrivania, sfogliando qualche documento, quando un'email rompe il monotono silenzio del mio schermo.
Sono con Penelope e stiamo guardando le telecamere di sorveglianza della strada quando lo schermo diventa completamente bianco.
Il mio cuore inizia a battere più forte
La mia mente si sovraccarica di immagini: l'auto che esplode, il fumo, lui.
Aaron e Kate coinvolti in un'esplosione.
La mia faccia si fa bianca come un lenzuolo, e prima ancora che realizzi, sono già in piedi.
-Devo andare!- grido a chiunque mi senta, e corricchio verso l'uscita, ignara delle occhiate curiose che ricevo.
L'ospedale è un labirinto di corridoi bianchi e odore di disinfettante.
Do un colpo di gomito alla reception e riesco a estorcere informazioni.
La stanza di Aaron.
Trovo anche gli altri: Rossi, Reid, Derek.
Credo che dicano qualcosa ma non li sento.
-L'avete preso?- chiedo riferendomi all'S.I
Derek fa cenno di no, che stanno cercando.
-D'accordo. Dopo vediamo le telecamere di sorveglianza. Lo voglio morto-
L'infermiera, mi lancia uno sguardo comprensivo mentre mi guida, quasi fossi una pallina di ping pong sbattuta in giro da un destino beffardo.
Ogni passo mi fa sentire più ansiosa, più tesa.
Cosa troverò dietro quella porta?
Quando finalmente riesco a entrare nella sua stanza, il cuore mi sussulta in gola.
Aaron è lì, seduto sul letto.
Porto la mano alla bocca, incapace di trattenere l'emozione.
Ha un'espressione seria, un orecchio coperto dalla mano, come se cercasse di isolarsi dal dolore.
Il suo viso è pallido, ma i suoi occhi… quei famosi occhi scuri brillano di quella forza che ben conosco, anche se sono annebbiati.
-T/n…- sussurra, cercandomi con lo sguardo.
La mia voce si inceppa.
Balbetto, incapace di trovare le parole giuste.
-Aaron… stai… stai bene?- La domanda esce in un sussurro, come se temessi di disturbare la fragilità del momento.
-Non proprio, ma… non ti preoccupare. Potrebbe andare peggio- Sorride, ma c'è una nota di dolore nel suo sorriso -E tu? Come stai?-
I suoi occhi mi scrutano con preoccupazione, e mi sento ridicola.
-Non bene, credimi. Quando ho saputo… pensavo… pensavo fossi…- La mia voce si spegne.
Le parole "pensavo fossi morto" rimangono nel mio stomaco, pesanti come macigni.
-Ora siamo qui entrambi- dice con un sospiro -C’è di che festeggiare, giusto?- Ma il suo tentativo di umorismo fa solo emergere le lacrime che avevo trattenute.
Non posso credere di vederlo qui, dopo tutto quello che è successo.
Mi avvicino e allungo la mano per toccargli il braccio, la pelle calda sotto le mie dita.
-Posso… posso fare qualcosa per te?- chiedo.
Il nostro sguardo si incrocia, e in quel momento, la stanza sembra svanire.
C'è solo lui e la sua presenza, quasi palpabile.
-Io… ho bisogno di te- ammette, e la sincerità nella sua voce mi fa perdere la testa.
I miei nervi tesi iniziano a sciogliersi, e in un attimo, mi ritrovo davanti a lui, il cuore che danza come un folletto.
-Lo sapevo che era una trappola. Sei stato un incosciente. Era... Se avessi aspettato, potevi... É stata una mossa stupida-
-Incredibile, arrivi a salvarmi con la tua dolcezza- ribatte, ma il suo tono è solo un velo di ironia.
La mia mano scivola sul suo viso, un gesto semplice che parla più delle parole.
Lo guardo negli occhi.
Le nostre labbra si sfiorano, e all'improvviso il mondo scompare.
È un bacio dolce e inesperto; c'è una fragranza di fragilità e speranza misto al sapore salato di un dolore affrontato insieme.
Le mie labbra scorrono sopra le sue con delicatezza, come se non volessi spezzare quel momento sacro.
Ma il contatto è travolgente, e sento il calore che si diffonde dal suo corpo al mio.
Quando finalmente ci allontaniamo, la stanza è silenziosa.
-Ti amo- dico, non come un pensiero momentaneo ma come una verità universale che scoppia nel mio cuore.
Aaron mi guarda con uno sguardo che cattura il mio respiro, e per un attimo, vedo in lui la promessa di un futuro insieme.
-Lo so- mormora, e ci scambiamo un sorriso che esplode.
