Sam Winchester 🔵 [Spn]

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L’aria fredda mi sferza il viso mentre stringo le braccia intorno al mio corpo, cercando disperatamente di trattenere quel poco calore che mi rimane

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L’aria fredda mi sferza il viso mentre stringo le braccia intorno al mio corpo, cercando disperatamente di trattenere quel poco calore che mi rimane.

Ottobre non ha pietà per chi aspetta di notte in un parcheggio sperduto, soprattutto quando sei solo.

O quasi solo.

Sam è a pochi passi da me, la schiena contro l’Impala, le mani infilate nelle tasche della giacca di pelle consumata.

Mi sta osservando, e il suo sguardo sembra carico di tutto il dolore del mondo.

Come al solito, riesce a farmi sentire colpevole per qualcosa che nemmeno capisco.

-Lo so che dovrei andarmene- mormoro, incrociando il suo sguardo per un attimo prima di guardare i miei stivali consumati.

La ghiaia scricchiola sotto i piedi mentre mi sposto a disagio, come se stessi cercando un modo per sfuggire a questo momento.

Che, ovviamente, non esiste.

Sam non risponde subito, il che è un bel segnale di quanto la situazione sia pessima.

Lui è sempre stato quello che parla, che cerca di spiegare tutto, di trovare una soluzione persino nei momenti più disperati.

Ma adesso, le sue labbra si piegano in una linea sottile, e i suoi occhi castani sono annegati in un mare di rimpianti -Non voglio che te ne vada- dice finalmente, la voce più roca del solito, come se le parole gli raschiassero la gola.

Ovviamente.

Perché renderla facile?

È Sam Winchester, l’uomo che rende tutto infinitamente complicato.

L’uomo che fa sembrare che salvarmi la vita ogni due settimane sia solo un hobby, tipo il giardinaggio.

Mi scappa una risata amara -Certo, e poi cosa? Torno indietro e facciamo finta che va tutto bene? Che il mondo non sta crollando, che non continuiamo a perdere tutto quello che amiamo?-

Lui fa un passo avanti, le mani ancora in tasca, come se fosse incerto se avvicinarsi troppo -Non possiamo almeno provare? Cristo, T/n, cosa vuoi che faccia? Che ti lasci andare via senza dire niente?- La sua voce si incrina alla fine, ed è come un colpo nello stomaco.

Ecco, lì.

Lo vedo nei suoi occhi: quella fragilità che cerca di nascondere dietro i muscoli e le battute sarcastiche.

Sam è forte, sì, ma è anche rotto in così tanti pezzi che non saprei neanche da dove iniziare per rimetterlo insieme.

E io, da parte mia, non sono messa molto meglio.

Scuoto la testa, e sento un nodo in gola che si stringe -Non puoi aggiustare tutto, Sam. Non questa volta- Le parole escono in un sussurro, e mi rendo conto che è come se stessi cercando di convincere me stessa, più che lui.

Si passa una mano nei capelli lunghi, lasciandoli cadere sul viso in quel modo che mi fa sempre venire voglia di sistemarglieli.

Ma non lo faccio.

Perché so che, se mi avvicino abbastanza per toccarlo, sarà la fine.

Non riuscirò mai ad andarmene.

-Non devo aggiustare tutto- replica, avvicinandosi di un altro passo.

Ora è così vicino che posso vedere le cicatrici leggere sul suo viso, quelle che raccontano la storia di ogni battaglia che ha combattuto, ogni perdita che ha sofferto -Devo solo aggiustare noi-

Ah, eccolo lì.

Sam e la sua dannata speranza, il suo incrollabile ottimismo che riesce a tirar fuori anche nei momenti più bui, come un condannato che scherza mentre il boia affila l'ascia.

Ma io sono stanca di sperare.

La speranza è solo un’altra cosa che il mondo è bravo a toglierti.

-Non esiste un 'noi', Sam- sibilo, ma il tremolio nella mia voce mi tradisce -Non più-

Lui si ferma.

Lo vedo abbassare lo sguardo per un secondo, il che è già tanto, perché di solito è bravo a nascondere le sue emozioni dietro quella faccia da bravo ragazzo da copertina di libri horror.

Quando rialza lo sguardo, i suoi occhi sembrano quasi lucidi -Questo lo decidi tu, T/n- dice, e per un attimo la sua voce suona così spezzata che mi viene voglia di abbracciarlo e basta, mandare tutto al diavolo.

Ma non lo faccio.

Invece, faccio un passo indietro, e sento l’aria diventare ancora più fredda -Addio, Sam- mormoro, e mi giro, le lacrime che mi pungono gli occhi mentre mi allontano.

Ogni passo che faccio è come una pugnalata al petto, ma non mi volto.

Il suono della sua voce mi raggiunge un’ultima volta, basso e pieno di una disperazione che non vuole lasciar trapelare del tutto -T/n, ti prego…-

Ma io continuo a camminare.

Perché a volte, per quanto ami una persona, lasciarla andare è l'unica cosa che puoi fare per salvarvi entrambi.

E mentre mi allontano, il mondo intorno a me sembra diventare sempre più silenzioso, come se persino l’universo avesse deciso di rispettare la nostra triste, inutile battaglia.

Immagina Multifandom² - Richieste Aperte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora