Michael Corleone [Il Padrino]

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Mi sistemo il vestito, facendo scivolare una mano nervosa sul tessuto liscio

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Mi sistemo il vestito, facendo scivolare una mano nervosa sul tessuto liscio.

Un evento esclusivo, una festa con la crème de la crème della società, e io qui, a cercare di non farmi tremare le ginocchia.

Michael, ovviamente, è perfettamente composto.

Forse un po' troppo composto, se non fosse per il suo gilet... abbottonato male.

Non posso fare a meno di notarlo.

Mi avvicino lentamente e lui mi guarda, la sua espressione seria come sempre, ma nei suoi occhi c’è un luccichio curioso, quasi divertito.

Lo conosco ormai: dietro quella facciata impassibile nasconde più emozioni di quante voglia far vedere.

-Ehi, fermo un attimo- dico, trattenendo un sorriso mentre mi sporgo verso di lui.

Il mio cuore martella mentre allungo una mano per sistemargli il gilet, cercando di fare il gesto con disinvoltura, come se fosse una cosa normale.

Come se non stessi letteralmente toccando Michael Corleone.

I miei occhi seguono le mie dita mentre scivolano sui bottoni, concentrata solo su quel piccolo dettaglio – il tessuto, il calore della sua pelle attraverso la camicia.

Riesco a sentire il suo respiro regolare, lento, eppure ogni centimetro che mi avvicino a lui sembra fare aumentare la tensione nell’aria.

Riesco a malapena a respirare.

Finito di sistemare l’ultimo bottone, mi permetto un’occhiata veloce al suo volto, e noto che mi sta fissando con uno sguardo intenso, penetrante, che sembra scavarmi dentro.

Sento le guance infiammarsi e, nel panico più totale, abbozzo un sorrisetto imbarazzato e mi allontano, pronta a ridacchiare nervosamente e lasciar perdere.

Ma la sua mano è più veloce.

Mi afferra delicatamente il polso, con un gesto tanto fermo quanto delicato.

Il calore della sua presa mi immobilizza, mandando una scarica di adrenalina lungo la schiena.

Trattengo il fiato mentre mi tira verso di sé, in un movimento lento ma deciso, senza mai distogliere lo sguardo dal mio.

Mi sento incollata a lui, come se fossi in trappola – ma una trappola a cui non voglio scappare.

-Non scappare subito, T/n- mormora, la voce bassa e morbida, con quel tono che riesce sempre a farmi tremare le ginocchia.

C'è un lieve sorriso sulle sue labbra, appena accennato, e il cuore mi martella in gola.

-Io… io non scappavo- balbetto, sapendo benissimo che nessuno dei due ci crede.

Lui alza un sopracciglio, quasi divertito -No?- replica, inclinando appena la testa verso di me.

È così vicino che posso vedere ogni dettaglio del suo viso, ogni sfumatura dei suoi occhi scuri, che ora sembrano ardere di un'intensità quasi ipnotica.

Non rispondo.

Nemmeno saprei cosa dire.

E non ne ho nemmeno il tempo, perché in un attimo Michael accorcia la distanza tra di noi, le sue labbra che si posano sulle mie in un bacio lento e profondo, che sembra togliere ogni pensiero, ogni parola dalla mia testa.

Mi perdo completamente nel suo tocco.

Le sue mani mi tengono ferma, ma con una delicatezza che quasi non mi aspettavo.

Le sue labbra si muovono sulle mie con una sicurezza e una dolcezza che mi fanno dimenticare tutto il resto: la festa, la gente, la mia goffaggine.

Esistiamo solo noi, in questo momento sospeso nel tempo.

Quando si stacca leggermente, mi guarda negli occhi e sorride.

Quel sorriso, appena accennato, che è raro vedere sul suo volto.

È come se mi stesse dicendo tutto quello che non riesce a esprimere a parole.

-Ora sei... Perfetto- riesco a dire, un po’ scherzando, nel tentativo disperato di nascondere quanto mi abbia fatto perdere la testa.

Lui ridacchia piano, lasciandomi andare il polso, ma mantenendo comunque una mano sulla mia vita, come per assicurarsi che non mi allontani troppo.

-E tu sei molto carina- risponde, la voce ancora bassa, e non posso fare a meno di arrossire ancora, come un'adolescente.

Dio, questo uomo mi ucciderà.

Ma che morte meravigliosa sarebbe.

Immagina Multifandom² - Richieste Aperte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora