Capitolo 13

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Pov Derek






Non capivo che ci facesse mio padre in questa palestra.

Quella nella sua villa era addirittura più grande e molto ben attrezzata e invece era qui e a detta di Christian, ad allenarsi con William.

E non ne capivo doppiamente il motivo dato il suo personal trainer che aveva ormai da anni ed anni.

"Crisi di mezza età?" mi ritrovai a chiedermi mentre parcheggiavo l'auto davanti la struttura della palestra.

Ma probabilmente la crisi di mezza età non veniva all'età di quarantadue anni.

Sospirai, affrettandomi ad uscire dalla macchina per raggiungere l'entrata.

Una volta dentro non ebbi neanche bisogno di cercarlo, lo trovai davanti a me già vestito mentre parlava con William.

"Devo andare che ho un appuntamento con mio figlio" gli stava dicendo e lo mandai a fanculo mentalmente perché l'avevo aspettato per più di un'ora nel suo ufficio fino a farmi dire dalla segreteria dove fosse.

"Sei un tantino in ritardo papà, non trovi?" domandai ironicamente, ottenendo l'attenzione di entrambi.

Il volto di mio padre si illuminò nel vedermi e subito mi raggiunse stringendomi in un abbraccio.

"Il mio bambino! Come stai?" domandò dopo avermi liberato dalla sua stretta.

"Tutto bene papà" risposi, alzando gli occhi al cielo.

Ci sentivamo praticamente tutti i giorni.

"Andiamo a prendere qualcosa su!" esclamò prima di voltarsi verso William.
"Vieni con noi?"

A quella proposta corrugai la fronte, non capendo il motivo di tutto ciò.

"No, grazie signor Scott ho degli impegni e poi si deve godere suo figlio ora che è qui.
Bentornato Derek" finì, rivolgendosi direttamente a me.

"Grazie" mi limitai a dire, accennando un sorriso mentre mio padre continuava ad alternare lo sguardo da me a lui.

Dopo un breve saluto, ci avviammo verso l'uscita della palestra e mio padre mi trascinò in un bar lì vicino.

Una volta preso posto ad un tavolo, uno di fronte all'altro, sbottai.

"Stavi sul serio invitando William con noi?"

I suoi occhi, uguali ai miei si puntarono su di me come a non saper cosa rispondere a una domanda così banale.

"È un bravo ragazzo" disse infine, richiamando un cameriere per poter ordinare.

"Questo non lo metto in dubbio ma sono appena tornato a casa dall'Argentina, credo che mio padre debba stare un po' con me piuttosto che invitare anche il suo personal trainer o quello che è" risposi a tono, incrociando le braccia al petto.

Non sapevo il motivo di tutti quei comportamenti ma poche volte, lo avevo visto così agitato.

Per sua fortuna il cameriere ci interruppe per prendere le nostre ordinazioni ed appena fu andato, mio padre sembrò essere più tranquillo come ad aver trovato una soluzione alle mie domande.

"Hai ragione piccolo, ti chiedo scusa, è ovvio che voglia stare con te" disse, accompagnando il tutto con un sorriso mozzafiato.

Lasciai che il cameriere poggiasse tutto sul tavolo prima di aprire bocca di nuovo.

"Sei strano papà, mi devi dire che ti frequenti con qualcuno?" alzai un sopracciglio, non ottenendo però nessuna reazione da parte sua.

"Non sto proprio con nessuno.
Tu invece, starai senza il tuo lui per tre mesi?" ammiccò e non potei evitare una risata divertita alla sua domanda, scuotendo la testa.

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