Capitolo 29

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Pov Derek





Le riunioni di famiglia non erano una novità in casa mia.

Ci si ritrovava spesso attorno ad un tavolo, per discutere di cose importanti o addirittura frivole.

Almeno questo finché vivevo ancora qui, ma ora che nuovamente ero a casa, dovevo ammettere che mi mancava questa atmosfera.

D'altronde, avevo notato il nervosismo di mio padre negli ultimi tempi e ciò, non mi faceva essere del tutto tranquillo.

"Tu sai qualcosa?" azzardò Christian verso mio zio Julien, appena arrivato nella villa.

"Certo che so ma pazienta un secondo" lo riprese con un tono calmo e l'espressione pacata.

Lanciai uno sguardo ad Ines davanti a me e stranamente, notai anche il suo nervosismo che mi mandò ancora più in confusione.

Finalmente mio padre fece il suo ingresso in soggiorno e tutti gli occhi furono subito su di lui.

"Su papà, ci stai mettendo ansia, muoviti a dire di cosa si tratta" lo incitai mentre si sistemava su una delle sedie.

Il viso cupo e i movimenti nervosi delle mani, preannunciavano nulla di buono.

"Devo parlarvi di una cosa" esordì infine, facendomi alzare gli occhi al cielo.

No ma davvero? Pensavo ci avesse riunito per giocare a carte.

"Dato che siete tutti qui, anche io avrei una cosa importante da dire" si intromise Ines in quella che sarebbe diventata la riunione piena di novità dell'anno.

"Oh bene inizia pure tu tesoro, ciò che devo dire io è più impegnativo" rispose mio padre, quasi sollevato di poter avere qualche minuto in più.

"Okay chiunque inizi non mi importa, basta che vi muovete" sbottò Christian, al mio fianco, irritato quanto me.

Passai lo sguardo da Ines a mio padre che si fissavano prima che la bionda, prendesse parola.

"Avrò un bambino"

Nella sala calò un silenzio carico di sgomento, lo sguardo di tutti era posato su di lei, solo Julien era rilassato, ovviamente cosciente di ogni cosa.

"Che significa che avrai un bambino? Hai vent'anni" replicò Chris in un tono misto tra l'incredulità e il rimprovero.

Notai come Aiden avesse posato una mano sul suo braccio, quasi a volerlo calmare e tutto ciò che leggevo in quel gesto era che Christian, essendo primogenito e più grande di tutti noi, volesse essere lui il primo a dare alla famiglia, un nuovo erede.

"Ho fatto vari esami e analisi e il risultato è sempre lo stesso, non potrò più rimanere incinta tra un paio di anni o anche meno. L'unica possibilità è rimanerlo entro questo anno, io ci ho pensato e ripensato, giungendo alla conclusione che non vorrei ritrovarmi con il rimpianto" spiegò, mantenendo gli occhi fissi su suo fratello che a metà discorso, aveva già puntato le sguardo altrove.

"Tesoro Dio mi spiace tanto ma avrai un bambino ora ed è una cosa magnifica" disse mia madre con un sorriso enorme stampato in faccia, alzandosi dal suo posto per correrle in contro ed abbracciarla.

Presto tutti i presenti fecero lo stesso e anche io, le concessi un abbraccio e un augurio.

Solo Christian rimase al suo posto, con la sua espressione corrucciata.

Non avevo bisogno di chiedere per sapere cosa gli passasse per la testa ma preferii comunque lasciar perdere al momento, dato che un altro nodo al pettine, doveva essere sciolto.

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