Capitolo 34

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Pov Derek






"Allora ti senti fiero di ciò che hai fatto?" sbottò di nuovo mio padre, facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Mi hai già urlato contro ieri, non ti è bastato?" replicai a tono, tornando ad occuparmi delle mie cose.

"Sei solo un ragazzino viziato che non connette bocca a cervello, mai!" sbraitò ancora, con così tanta foga, che credevo gli sarebbero scoppiate le corde vocali.

Eppure cercavo di ignorare quel trattamento e le sue parole, decisamente eccessive.

Non volevo dargli la soddisfazione dopo tutto ciò, di vedermi anche stare male per quello che mi urlava.

"Mi hai veramente deluso Derek" disse ora, con un tono più pacato ma deciso.

Mi bloccai di colpo, con una delle mie magliette ancora stretta in una mano, la lasciai cadere nel mucchio insieme alle altre e mi voltai, verso quell'uomo dal quale mi sentivo sempre messo sotto esame.

"Sai papà, anche tu mi hai deluso molto, probabilmente molto più di quanto ti abbia deluso io ma non solo tu non te ne sei preoccupato un briciolo, mi vieni anche a dire che tutti questi non sono altro che miei capricci. Ma okay, va bene così. Io me ne ritorno in Argentina, così non do più fastidio a nessuno e tu puoi stare con il tuo adorato figlio tutto il tempo che vuoi" alzai le mani in segno di resa e lo superai per uscire dalla porta della mia stanza, venendo però bloccato da una sua mano sul braccio.

"Derek, non è questo ciò che voglio, io.."

"Troppo tardi" risposi solamente, scostandomi bruscamente dalla sua presa, per uscire in corridoio.

Ovviamente Christian fu lì e proprio mentre pensavo che non avevo più forze necessarie per discutere anche con lui, mi afferrò per un braccio, trascinandomi in una stanza a caso.

"Chris, per favore.." iniziai, venendo bloccato da un gesto della sua mano.

"No, avevi ragione tu. Ero un pezzo di merda fuori di testa all'epoca e l'unica cosa che mi teneva lucido e mi faceva provare qualcosa di diverso dal rancore e odio, eri tu. Per cui non importa ciò che dirai o farai, giusto o sbagliato che sia, io sono con te. Sarò sempre con te, ricordatelo." disse, guardandomi dritto negli occhi.

Notai come il colore delle iridi, fosse più caldo rispetto al verde glaciale a cui erano abituate.

"Sei solo tu mio fratello" mormorai, slanciandomi per annullare quei pochi centimetri che ci dividevano e cercare conforto, nell'abbraccio della persona che più di tutte, consideravo la mia famiglia.








Pov Ines



Stavolta, fui io ad arrivare in anticipo alla seconda lezione di ripetizioni, più precisamente, addirittura mezz'ora prima.

Il punto era che non riuscivo a rimanere a casa senza far niente, pensando e ripensando a Isabel e alla disastrosa cena della sera prima.

Neppure una volta i nostri sguardi si erano incrociati ed io, avevo tenuto il mio, incollato a lei per tutto il tempo.

Era bellissima, elegante come non la vedevo da tempo, impressionante il modo in cui qualsiasi cosa le calzasse a pennello e ammaliasse chiunque.

Mi mancava, ora che avevo la certezza di averla persa, ne sentivo il bisogno.

Ma non potevo essere egoista con lei e andare a riprendermela per poi trattarla nuovamente come non meritava.

Non potevo che sentirmi male e soprattutto stupida, una sciocca per non aver dato il giusto valore, a una persona così speciale nella mia vita.

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