Capitolo 88

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Pov Christian






"Il mio amore sta ancora dormendo"

Furono queste le prime parole che sentii appena sveglio e un sorriso curvò le mie labbra, il tempo di un secondo, prima che Aiden continuasse a parlare con chissà chi, dall'altro capo del telefono.

"E sta facendo le fusa"

Fottuto gatto!

Con un cipiglio in fronte, mi voltai scazzato verso di lui e di fatti, il ratto se ne stava rannicchiato sulle sue gambe, a dormire beato tra le coccole.

"Ti devo lasciare Eric, la bestia si è svegliata" disse tranquillamente, finendo la chiamata e tornando a occuparsi del gatto.

"Perché il ratto è il tuo amore e io sono la bestia?" sbottai, sempre più imbronciato.

"Col gatto ci parlo, con te no." asserì, alzandosi con cura per poi sistemare il gatto sul suo cuscino.

"Niente bacino per me?" borbottai, seguendolo con lo sguardo mentre recuperava i vestiti dall'armadio, donandomi una perfetta visuale del culo che mi era stato, non proprio carinamente, negato.

"Non mi rompere il cazzo Christian, sei a tanto così dal divorzio" ribatté, facendomi corrucciare ancora.

"Sono troppo poco sveglio per subire minacce" scherzai, ottenendo assoluto silenzio.

Sapevo quanto fosse arrabbiato ma di solito la mia cretinaggine lo faceva ridere a tal punto da perdonarmi. Non sembrava così stavolta.

"Per quanto ancora dovrai essere incazzato?"

Si bloccò qualche secondo, mi osservò con i bellissimi e taglienti occhi verdi e continuò a vestirsi, scuotendo il capo da un lato all'altro.
"Non me la farò passare, solo perché a te non va bene che sia incazzato"

"Oh no, ti sbagli. Non mi dispiace affatto. Mi viene duro ogni volta che ti arrabbi" risposi, non riuscendo a frenare la lingua, spinta per lo più dall'erezione mattutina e dalla voglia assurda di farmelo.

Che cazzo dovevo fare con quel culo che si agitava incazzato davanti ai miei occhi? Oh Gesù.

Inarcò un sopracciglio e io sorrisi con finta innocenza.

"Problemi tuoi, io non ci metterò mano, bocca o culo per tipo: mai" asserì in modo poco convincente.

"Che bugiardo"

Sospirò a lungo e sistemò i polsini della camicia, lanciandomi un'altra occhiata seria.
"Hai la più pallida idea di come mi sento? Ho trattato di merda Jonathan come meritava, ma non vuol dire che mi sia divertito. Non mi piace far soffrire gli altri e non capisco perché qualcuno non si faccia problemi a far soffrire me. Non voglio che tu finisca col darmi per scontato, io ti amo. Ti amo tantissimo ma questo, non me lo dovevi fare"

Solo in quel momento, vedendo la tristezza nel suo sguardo, qualcosa che non aveva mostrato fino ad allora, capii di aver sbagliato a sottovalutare il bacio.

Un gesto, per quanto potesse essere spiegato, tale rimaneva e purtroppo quel genere di cose, nessuno tranne me e Jonathan le avrebbe capite.

"Amore.." mi alzai, pronto per andare da lui ma mi bloccò con un gesto della mano, facendomi segno di rimanere dov'ero.

Afferrò la sua cartella e senza aggiungere altro, uscì dalla stanza, lasciandomi solo, con i miei sensi di colpa.

"Miao"

Abbassai lo sguardo verso il letto, dove il ratto se ne stava lì, a fissarmi con uno sguardo d'accusa, quasi avesse capito già tutto.

"Hai ragione topo, sono un coglione"








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