Pov Ines
"No mamma, sto davvero bene" alzai gli occhi al cielo, rispondendo alla sua ennesima domanda, riguardante la mia salute.
Tralasciai il fatto dei miei sbalzi d'umore e della fame che mi assaliva ad ogni ora del giorno, cercando di rassicurarla per evitarle un inutile viaggio fin qui.
Dopo aver fatto avanti e indietro nella mia stanza, durante tutta la telefonata, raggiunsi la finestra, scostando la tenda e concedendomi una visuale differente.
Il che, non fu un così grande piano dato che misi a fuoco l'auto di Isabel che si avvicinava al vialetto e parcheggiava.
Non diedi neanche più ascolto a mia madre intenta a parlare di chissà cosa, intravidi solo lei scendere dalla macchina con alcuni scatoloni tra le braccia e sparire oltre il portico.
Abbassai lo sguardo, avvertendo tutti i sensi di colpa, tornare violentemente a galla fin quando la voce di mamma non mi riscosse.
"Ines ci sei?"
"Sì, scusa mamma ma ora devo andare, ti richiamo. Ti voglio bene" e detto ciò, chiusi la chiamata non dandole neanche il tempo di rispondere.
Sospirando, mi allontanai dalla finestra e ritornai al mio rifugio, ovvero il letto, munito di plaid e cuscini comodi.
Afferrai il libro che stavo leggendo, neanche mi entusiasmava molto ma era comunque un passatempo e dovevo arrangiarmi.
Voltai pagina per pagina, scorrendo distrattamente con gli occhi le varie parole che si susseguivano, finché non sobbalzai nel sentire un rumore al vetro della finestra.
Fissai la tenda rosa pastello a lungo, sobbalzando una seconda volta, nel sentire lo stesso ticchettìo.
Scostai il plaid dalle gambe e con calma e attenzione, scesi dal letto avvicinandomi alla finestra.
Con una cautela disarmante e un certo senso di ansia, feci per afferrare un lembo della tenda ma urlai dallo spavento nel sentire la porta spalancarsi dietro le mie spalle.
Puntai lo sguardo verso quello corrucciato di Christian e strinsi gli occhi a due fessure.
"Possibile che tu non bussi mai?" sbottai, cercando di riprendere il respiro.
"Ehi signorina, io sono venuto a chiederti se il pozzo senza fondo che hai al posto dello stomaco, avesse bisogno di un'altra intera dispensa di cibo. Dovresti apprezzare" replicò, fissandomi come se avessi tre teste al posto di una.
"Controlleresti la finestra? C'è qualcosa che picchietta da un po', credo un uccellino o qualche altro animale" dissi, indicando la finestra alle mie spalle.
Mio fratello innarcò un sopracciglio e con un sospiro, si avvicinò alla tenda.
"Donne" borbottò, alzando gli occhi al cielo e sparì dietro la stoffa rosa.
Guardai insistentemente la sua ombra, giocherellando con il bordo della mia canottiera.
Non volevo vedere animali feriti sulla mia finestra, ero troppo debole psicologicamente anche per quello.
"Allora, è un uccello?" domandai, dato che non si decideva ad aggiornarmi.
"Beh uccello no ma un portatore di uccello" rispose, mandandomi in totale confusione.
Con uno sbuffo, lo raggiunsi dietro la tenda e puntai lo sguardo fuori dalla vetrata, sgranando gli occhi oltre ogni limite nel individuare Angel, in mezzo al giardino, con una manciata di sassolini in mano.
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Keep Me Safe
Teen FictionTre anni sono passati dalla pubblicazione di 'There you'll be' il libro di Christian Scott per sua madre Rachel Whitie Scott. Cosa sarà cambiato? Sequel di 'Everywhere where I am there you'll be'. STORIA A TEMATICA OMOSESSUALE.