Capitolo 4

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Pov Christian



"Salve signorina" salutai cordialmente la segretaria dall'altra parte della scrivania e lei subito mi sorrise gentile.

"Mio zio è occupato?" domandai con un tono che lasciava intendere che essendo il suo nipote favorito non accettavo un 'no' come risposta.

"Un secondo solo, signor Scott" rispose e si armò subito del telefono per cercare mio zio.

Mi appuntai mentalmente di chiamare sia mia sorella, sia l'architetto per vedere se l'appartamento era finalmente pronto.

Non che mi dispiacesse stare ancora un po' dalla zia che amava la nostra compagnia ed anche quella degli altri, dato che ancora dopo tre anni, sembrava più un hotel di lusso gratuito che altro.

Sorrisi a quel pensiero, ripensando che ironia della sorte, tutte le persone importanti della mia vita, erano a Dover.

Tranne papà e Leila che erano rimasti attaccati alla mia vecchia casa e chissà quando avrebbero deciso di staccarsi.

Mio zio, Ryan ed Eric, ovviamente mio marito dopo la laurea si erano trasferiti qui, chi per lavoro, chi per amore, chi per entrambi.

Solo un pezzo del mio cuore era distante chilometri e chilometri dalle mie braccia.

"Il signor Scott è libero, l'attende"

La voce della segretaria mi fece ritornare all'ultimo piano dell'ennesimo grattacielo costruito per la compagnia Scott.

Annuii, lasciando scivolare via di dosso tutti quei pensieri e mi affrettai ad entrare nell'ufficio.

"Christian!"

Mi voltai verso Marvin Scott, fratello di mio padre, un uomo che per quanto passassero gli anni sembrava essere appena un venticinquenne.

Che ciò fosse nei DNA degli Scott o tutta l'attività fisica a cui si sottoponeva, non l'avrei saputo dire.

Forse un mix di entrambe le cose e di fatti, lo trovai con solo dei pantaloncini sportivi addosso, sudato e reduce di chissà quale attività, sperai vivamente non fosse il sesso.

Ma mi calmai appena notai il tapis roulant ancora lampeggiare e nessuna donna sbucare da qualche angolo.

"Ciao zio, sono passato a salutarti che non ti ho visto dalla luna di miele" sorrisi, andando a buttarmi di peso su una delle comode poltrone davanti la sua scrivania.

"Hai fatto benissimo ragazzo mio. Allora come ti stai trovando da sposato?"

"Una favola, la decisione migliore della mia vita. Mai stato più felice di così" risposi, pensando che non bastava spiegare a parole come mi sentissi, come quel ragazzo dagli occhi verdi mi avesse fottuto la vita e rubato il cuore, prendendosene cura giorno dopo giorno.

"Sono davvero contento per te, meriti solo il meglio" disse, comparendo nella mia visuale dietro la scrivania.

Si voltò a prendere la bottiglia di chissà quale Scotch costoso per versarlo in due bicchieri.

Evitai di dire che non avevo voglia di bere perché sarebbe arrivato sicuramente il momento del nostro discorso in cui avrei voluto scolarmi tutta la bottiglia.

Sbuffai silenziosamente e puntai lo sguardo sulla schiena muscolosa di mio zio, accigliandomi appena qualcosa attirò la mia attenzione.

Quella voglia l'avevo già vista e anche troppe volte in vita mia per ricordarmi precisamente quando.

"Zio ma quella voglia perché mi sa tanto strana?" domandai, attirando la sua attenzione e ridacchiò, porgendomi un bicchiere mentre si sedeva davanti a me.

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