Capitolo 18

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Pov William






Il soffio del vento e i rami smossi da esso, erano gli unici suoni che si udivano.

Erano quasi cinque minuti che ero seduto con Marvin Scott al mio fianco, su una vecchia panchina.

Aveva l'aria di chi doveva dire qualcosa di davvero molto importante.

Uomini del genere non mostrano questa insicurezza e agitazione.

Lo sentii rilasciare un respiro profondo e finalmente parlò.

"Conoscevo tua madre"

La mia testa scattò nella sua direzione, credendo di aver capito male le sue parole.

I suoi occhi scuri si puntarono nei miei e non ci lessi altro, che verità.

"Come faceva a conoscere mia madre?" domandai sempre più confusamente.

Spostò lo sguardo nuovamente a terra, immerso in chissà quali pensieri.

"Andavamo a scuola insieme ed eravamo molto legati" rispose dopo quelli che sembrarono anni.

La mia fronte era diventata un ammasso di rughe di incomprensione.

Come era possibile che mia madre frequentasse uno Scott?

Due persone di due mondi completamente diversi.

Eppure dopo quelle domande nella mia testa si accese una piccola lucina che mi fece balzare il cuore in gola.

L'improvviso ed inspiegabile avvicinamento che aveva avuto nei miei confronti, era per dirmi infine, che avendo conosciuto mia madre, sapeva chi fosse mio padre?

"Lei sa chi è mio padre? Per questo è qui?" domandai velocemente, con il cuore che sbatteva freneticamente nella cassa toracica, quasi a volermi uscire fuori dal petto.

Sentii i palmi delle mani iniziare a sudare per l'agitazione, nonostante il freddo della sera.

Lentamente alzò il viso e lo voltò verso di me, incatenando lo sguardo al mio.

Si limitò ad annuire e la mia agitazione crebbe, insieme ad una strana sensazione piacevole che non seppi al momento classificare.

"Chi è? Dov'è?" chiesi con una foga tale da farmi schizzare in piedi per liberare un po' di tensione dai muscoli.

Lo sguardo fisso all'uomo che stava per cambiarmi la vita, svelandomi il nome di colui a cui avevo pensato molto ultimamente.

Si portò una mano al viso e quel gesto mi fece venire altri dubbi.

Che fosse morto anche lui?

Cercai di frenare quel briciolo di entusiasmo, concentrandomi su ciò che mi avrebbe detto di lì a breve.

"Sono io tuo padre"

Quelle parole appena sussurrate fecero rallentare ogni movimento intorno a me.

Non era possibile, semplicemente non poteva essere così.

Iniziai a scuotere la testa, aspettandomi da un momento all'altro che mi dicesse che fosse tutto uno scherzo.

"Non è vero" sputai con molta più acidità di quanto volessi.

Non potevo essere il figlio di un uomo con così tanti soldi ed aver sofferto la fame insieme a mia madre fino alla sua morte.

Non potevo essere figlio di uno Scott ed aver vissuto nella miseria per tutta la vita.

Non potevo essere uno Scott.

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