Capitolo 80

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Pov Aiden




Continuai a guardarla come se non fosse reale.
Era bella, accidenti se era bella.

Ora capivo il carisma di cui Christian mi raccontava, bastava solo osservarla per rimanere rapiti dal suo fascino.

Ma nonostante ciò, i suoi occhi erano velati da una profonda tristezza, quella di chi era stato costretto a lasciare la sua famiglia.

"Sei proprio bellissimo sai? È la prima volta che ti vedo sotto la luce e da vicino. Davvero stupendo, dolce e Dio come si illumina Christian, solo guardandoti" esordì, mettendomi già da subito in imbarazzo.

In un certo senso era il primo incontro con la suocera, come dovevo comportarmi?

"Ehm grazie.." mormorai in modo goffo, distogliendo lo sguardo dagli occhi verdi e vitrei.

"Scusami, non sono qui per metterti in imbarazzo, anzi principalmente sono qui per scusarmi con te. Hai passato giorni terribili, a causa mia" disse, con un tono duro e dispiaciuto.

Scossi la testa, prendendo posto alla mia poltrona.
"Ringrazio Dio ogni giorno che sia stato io a subire quella brutta esperienza piuttosto che Christian. Lui deve rimanere al sicuro, sempre"

Un sorriso amaro incurvò le labbra tinte di rosso e potevo benissimo capirne il motivo.
Era ciò che aveva fatto lei, per proteggere la sua famiglia, si era sacrificata e probabilmente era per questo che si trovava davanti a me.

Amavamo Christian in modo incondizionato, al punto di gettarci nelle fiamme per lui.

"Tutto questo è irreale, me ne rendo conto ma se mi sono fatta viva adesso è perché finalmente so come incastrare tutta la banda. Tento di farlo da anni e l'unica cosa che mi ha mandato avanti è stata la speranza di poter tornare un giorno dalla mia famiglia. Ho fatto i conti con la consapevolezza che Julien potesse andare avanti con la sua vita e.."

Nel nominare suo marito, notai come il suo corpo tremò, le parole divennero sconnesse e mi sentii in obbligo di fermarla.

"Julien non è andato avanti con la sua vita" affermai il vero, davanti agli occhi fatti più lucidi.

"Aiden, guardami. Dovrei andare dall'uomo che amo e dirgli che la mia morte è stata tutta una bugia e che mentre lui piangeva per la perdita ogni giorno io mi trovavo a letto con un altro, senza scelta?" il tono era tagliente e amaro, segno di chi aveva subito diversi tipi di violenza psicologica.

Quanto doveva essere forte per affrontare tutto ciò?

Sospirai, dondolando sulla poltrona, a corto di parole.
Cosa mai potevo fare io per alleviare un po' di quella sofferenza?

"Ma meglio non divagare. Ho bisogno dell'aiuto di qualcuno fuori e mi dispiace che sia di nuovo tu a venir coinvolto ma sei l'unico della famiglia che sa di me e non mi odia, inoltre un avvocato" spiegò velocemente, dando continue occhiate all'orologio, quasi avesse i minuti contati e sicuramente era così.

Mi accigliai, incrociando le braccia al petto, non sapendo bene cosa dovessi fare ma non potevo certo tirarmi indietro, non era da me farlo a qualsiasi richiesta d'aiuto.

"Non devo parlarne con Chris vero?" osservai, sapendo già la risposta.

"Deve rimanere il più lontano possibile da questa storia. Se voglio riprendermi la mia famiglia, prima devo essere libera" rispose, alzandosi con fare nervoso.

"Devo correre, non voglio destare sospetti" aggiunse con un sospiro.
"Mi farò viva e grazie tesoro"

Fece per andarsene ed io inerme, sentii il bisogno di dirle qualcosa, qualsiasi cosa che le potesse in minima parte migliorare la giornata.

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