Pov Jonathan
Entrai in camera mia per prendere la lista degli invitati che Tessa, per qualche strano motivo, aveva lasciato sulla mia scrivania.
Ormai mancavano pochi giorni al matrimonio e ciò stava a significare solo tanti scleri da parte sua.
Il mio sguardo fu subito catturato dalla finestra e con un velo di tristezza, andai a guardare al di fuori, la villetta di cui mi ero tanto innamorato.
Sapevo che era una semplice cosa materiale, che non dovevo starci così male ma era come se in quella casa, avessi racchiuso tutte le speranze, i sogni e tutto ciò che più volevo, al fianco di William.
Ora era solo un'illusione sbiadita che mi intristiva ogni giorno sempre di più e per quanto cercassi di nasconderlo al mio ragazzo, lui sapeva benissimo come mi sentivo.
"Ehi tesoro"
Mi voltai verso una preoccupata Isabel che mi guardava con un cipiglio in fronte.
"Stai bene? Sembri tanto giù di morale. Successo qualcosa?" domandò, raggiungendomi davanti alla finestra.
Non avevo confessato a nessuno della casa, avrei preferito farlo nel momento in cui sarebbe diventata nostra a tutti gli effetti e senza saperlo, avevo fatto bene.
Almeno ora non c'era nessuno che mi potesse guardare con pena.
"È una stronzata in realtà, non ne vale la pena" tentai, scrollando le spalle.
Ma Isabel sapeva, mi conosceva e capiva perfettamente senza doverle dare mille spiegazioni.
"Se non vuoi parlarne è okay ma qualsiasi cosa sia se ti rende così tanto triste, non può essere una stronzata" disse, lasciandomi una piccola carezza sul volto.
Fu in quel momento che preso dalla foga le raccontai parola per parola tutto, sfogandomi e liberandomi di tutto ciò che avevo dentro senza freni.
"Lo so che sono un idiota e che mi sto attaccando a qualcosa di materiale" mormorai, prendendomi la testa fra le mani.
Isabel scosse il capo con convinzione, facendomi sentire meno un egoista e superficiale.
"Jonathan non è della casa fondamentalmente che ti frega ma di ciò che essa rappresentava per la vostra relazione. Ora sai che rimarrete a come siete ora e questo ti fa stare male perché vuoi un passo in avanti" spiegò, dando un senso al mio stato d'animo.
"Non ha neanche proposto di prendere qualche altra casa più piccola" mormorai, facendola annuire.
"È proprio questo che intendo, tu vuoi solo qualcosa in più. Che sia una casa dove vivere insieme o qualche altra cosa che vi porti ad un altro livello, è ciò in cui speri" concluse con facilità e chiarezza, mettendo in lucidità tutti i miei pensieri.
"Cazzo, mi sento molto ma molto meglio ora che tutto ha più senso, da solo non ci arrivavo" mormorai con una leggera smorfia.
"È a questo che servono gli amici! E una mente fredda come la mia. Ora però torniamo giù dal biondino che ci uccide se lo lasciamo troppo tempo solo con Tessa!" esclamò, facendomi ridere e annuii, afferrando la lista degli invitati per poi seguirla al piano inferiore.
Ad aspettarci in soggiorno, c'era un esasperato Max, il quale ci fulminò con lo sguardo mentre Tessa continuava a straparlare per conto suo.
D'un tratto si bloccò di colpo, voltandosi verso si noi, ci accigliammo tutte e tre finché non strillò.
"E se qualcosa va storto?!"
Alzai gli occhi al cielo, lasciandomi andare contro la poltrona con uno sbuffo, Isabel imprecò qualcosa a bassa voce e Max fu l'unico con un briciolo di pazienza.
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Keep Me Safe
Teen FictionTre anni sono passati dalla pubblicazione di 'There you'll be' il libro di Christian Scott per sua madre Rachel Whitie Scott. Cosa sarà cambiato? Sequel di 'Everywhere where I am there you'll be'. STORIA A TEMATICA OMOSESSUALE.