Capitolo 96

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Pov Christian



"A Natale, ad esempio, quando aveva quattro anni gli avevamo regalato un leoncino di peluche, aveva urlato per due giorni che non lo voleva, che voleva delle macchinine e poi il tempo di una settimana e era diventato dipendente dal pupazzo, lo portava ovunque!"

Aiden, tra le mie braccia, scoppiò a ridere, fissando un'imbarazzante foto di me stesso, di sei anni, mentre mia madre non smetteva di raccontare aneddoti ancora più imbarazzanti.

"Ha fatto lo stesso con il gatto! I primi giorni era tutto sbuffi e imprecazioni, ora non riesce a stare senza di lui!"

Alzai gli occhi al cielo e sentitosi tirato in causa o ignorato da un bel po', Ice scattò sul divano su cui eravamo sgraziatamente sdraiati e si accoccolò al mio fianco, cercando attenzioni.

"Quando avete finito di prendervi gioco di me, fatemi un fischio" borbottai, posando il palmo sul muso scuro del felino, accarezzandolo dolcemente, godendo delle sue fusa.

"Lo sai che è l'hobby preferito di tua madre parlare di quando eri piccolo e tenero" affermò mio padre, raggiungendoci con un vassoio di bibite fresche.
"Ora sei tenero solo quando vuoi tu"

"Come i gatti" aggiunse mamma, sorridendo.

"Ecco perché va d'accordo con Ice" ridacchiò Aiden, beccandosi un'occhiataccia.

Poco più in là, Caleb e Thomas, avevano smesso di giocare o meglio, Caleb aveva smesso di giocare, ora teneva il biondino seduto sulle proprie piccole gambe e le braccia strette attorno al vitino.

Thomas sembrava assorto dal suo videogame e sorrideva ogni tanto per i teneri baci che l'altro gli lasciava su una guancia.

Attirai l'attenzione di Aiden, facendogli cenno di guardare in quella direzione e abbassai le labbra su un suo orecchio.
"Se sono così adesso, a dodici anni cosa faranno? Le posizioni del kamasutra?"

"Ma sta' zitto, sono così carini, chissà se realmente finiranno insieme da grandi" mormorò assorto, guardandoli.

"Secondo me finiranno tutti a fare la corte a Harlen" replicai, ottenendo addosso i suoi occhi verdi.

"Se prende da te, sicuramente!" sbottò, aggrottando la fronte in un broncio adorabile che baciai, dimenticando i bambini e i miei stessi genitori.

**

"Dormi?" sussurrai, stando su un fianco, la testa poggiata sul palmo della mano e lo sguardo fisso al suo volto rilassato, dalle guance e labbra rosse e i capelli arruffati.

"Quasi" mugolò, stiracchiandosi sotto il lenzuolo, sfiorando una mia gamba nuda, come il resto del corpo.

Aprì le palpebre, travolgendomi con quel verde brillante e caldo, per poi allungare una mano e raggiungere il mio viso, accarezzandolo.

"A cosa pensi?" sussurrò, intrappolando il labbro inferiore tra i denti, mandando il mio autocontrollo a farsi fottere.

Scivolai sul suo corpo, sovrastandolo lentamente e nonostante avessimo finito da poco, la mia voglia di lui si ripresentò urgente, come sempre.

"Insaziabile" mormorò, avvolgendomi il collo con le braccia, mentre spingevo i fianchi contro i suoi, sospirando.

"È colpa tua" risposi, scendendo a baciare la pelle sensibile e rossa del suo collo, pieno dei miei succhiotti.

"Non hai controllo dei tuoi ormoni e la colpa sarebbe mia?" ridacchiò, affondando una mano tra i miei capelli per stringerli esattamente come mi piaceva.

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