Capitolo 42

3.2K 226 14
                                    

Pov Ines






Uscire di casa era stata una pessima idea, continuavo a pensare di dover rimanere rinchiusa in camera mia.

Almeno, fin quando gli effetti dei dannati ormoni, che prendevo per la fertilità, avrebbero smesso di farmi sembrare una pazza isterica.

Cambiavo umore almeno cinque volte, ogni quarto d'ora ed era asfissiante, per me e per chi mi stava attorno.

Per non parlare degli attacchi di fame, che mi colpivano all'improvviso, tanto da non farmi più ragionare.

Sbuffai esasperata, il mondo continuava ad andare avanti anche se io mi trovavo in quella situazione, dovevo farmene una ragione.

Una promessa è debito e quei corsi di recupero ad Angel, glieli dovevo.

Certo, in altre occasioni, non mi sarebbe pesato ma in quel momento, avrei volentieri preferito rimanere segretata nella mia stanza, giusto per evitare di comportarmi da schizzata in pubblico.

"Ehi, sono in ritardo?"

Alzai la testa verso il mal capitato, che doveva aver a che fare con me, tutto il giorno e scossi la testa.

"Sono arrivata prima io" spiegai, aprendo poi degli appunti, mentre Angel prendeva posto di fronte a me.

"Sai, credo che bastino un altro paio di lezioni e sarai pronto, non so come tu faccia ma memorizzi tutto molto velocemente, insomma il programma è quasi finito" osservai, notando i pochi punti ancora non trattati.

Alzai lo sguardo verso di lui, trovando la sua solita espressione impassibile di sempre.

Avessi avuto io le sue capacità, avrei fatto i salti di gioia ma neanche quello sembrava sfiorarlo.

Dopo mezz'ora di lunghe spiegazioni un improvviso attacco di fame, fece brontolare il mio stomaco.

"Scusami" mormorai imbarazzata mentre afferravo la borsa in cerca di qualche snack.

Con mio grande dispiacere, notai che avevo già mangiato tutto e non era rimasto nulla.

Prima che potessi avere una crisi di panico per la fame sempre più disarmante, mi ricordai di un distributore di merendine in fondo al corridoio, così sotto lo sguardo indagatore di Angel, mi alzai dalla sedia, afferrando il portafogli.

"Torno subito" borbottai, allontanandomi velocemente verso l'uscita.

Una volta davanti al distributore, quasi tirai un sospiro di sollievo, che si trasformò in un grugnito appena vidi un foglietto attaccato al vetro con scritto la parola 'Guasto'.

"Dannazione" sbottai, colpendo la dannata macchinetta con un calcio.

"C'è un fast food qui all'angolo, se vuoi possiamo andarci dato che sembri morire di fame"

La voce di Angel alle mie spalle, mi fece rimpiangere ancora una volta le mura della mia camera.

"Che imbarazzo" mormorai tra me prima di voltarmi, forzando un sorriso.

"No grazie, non preoccuparti poi abbiamo una lezione da finire" aggiunsi, maledicendo ancora una volta quei maledetti ormoni.

"L'hai detto tu che siamo molto avanti, possiamo permetterci una pausa e poi non credo che riusciresti a concentrarti così" scrollò le spalle e dovetti ammettere che non aveva tutti i torti, anche perché la mia mente era già vagata al cibo, non appena aveva nominato il fast food.






**



"Ma da quand'è che non mangi esattamente?" domandò, innarcando un sopracciglio.

Keep Me SafeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora