Capitolo 67

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Pov Eric





Abbassai lo sguardo al mio misero pranzo e uno sbuffo lasciò le mie labbra, era triste mangiare in quella scatola dall'alluminio e per di più, nessuna compagnia.

Stavo provando la vera solitudine e oltre a non piacermi, i miei pensieri vagavano in mille direzioni, da Aiden al mio divorzio, dal lavoro alle bollette e sì, costantemente Ryan.

Quasi mi sembrò di vedere il suo bel volto tra i maccheroni e quella visione, del tutto folle, sfumò con l'assordante suono del campanello.

Percorsi il breve corridoio fino alla porta e aprendola, mi ritrovai davanti un ospite del tutto inaspettato.

"Dustin" dissi, osservando l'uomo dagli occhi glaciali e azzurri.

"Eric" accennò un segno di saluto e mi feci da parte, lasciandolo passare.

Mi vergognai, nel momento in cui si guardò attorno, valutando con un'espressione disgustata, il mio appartamento.

"Vivi in una topaia" asserì senza mezzi termini, tornando a prestarmi attenzione.

"Non ho trovato di meglio" risposi, scrollando le spalle.
"Posso offrirti qualcosa?" domandai cortesemente, venendo ignorato.

"Non sei fatto per vivere in un posto del genere" disse infatti, facendomi sospirare.

"Perché sei qui Dustin?" chiesi, sapendo che ci fossero delle motivazioni, dietro a quella visita.

Il suo volto si fece più serio del solito, suscitandomi il forte disagio che emaneva.

"Devi tornare con mio figlio. Il vostro divorzio va per le lunghe perché io ho deciso che andasse per le lunghe, permettendo a voi due di ritrovare il senno e tornare insieme. Ma dato che la tua subdola relazione extraconiugale è finita e non vi siete ancora decisi, ho preferito venire qui e darti una spintarella. Stare con Ryan è un bene per lui, ovviamente per te e per tutti noi" disse con una semplicità nella voce nauseante.

"Non appartieni a questo mondo, non più da quando ti sei messo con mio figlio. C'è un motivo se ti ho accettato sin dal primo istante a braccia aperte ed è perché sei ambizioso, con i piedi per terra, un avvocato di successo e la persona migliore al fianco del futuro capo della mia azienda. Non vivrò per sempre Eric e ho bisogno di te per far rinsavire Ryan con quella assurda idea delle fotografie"

Incrociai le braccia al petto, fissandolo con biasimo.

Per quanto le sue lodi fossero veritiere nei miei confronti, niente gli dava diritto di sminuire la passione e il lavoro di Ryan.

"Dustin, sai mi dispiace molto per te, non vedi oltre il tuo naso e se lo facessi, scopriresti che Ryan è un fotografo con un innato talento e che più lo disprezzi in questo modo, più non avrai mai neanche un briciolo di speranza che lui accetti di lavorare negli affari di famiglia. Sai che non si farebbe problemi a rifiutare l'incarico e come hai detto tu, non vivrai per sempre e allora, nessuno potrà controllarlo. Io l'ho spinto a continuare a lavorare per te, questo è vero ma mai, neanche una volta mi sono permesso di mettermi tra lui e la sua passione. Il divorzio non sono affari che ti riguardano, siamo due adulti e andremo in fondo a questa cosa" finii con una nota di incertezza.

Avrei dovuto arrabbiarmi per il fatto che dietro a quei periodi interminabili di pratiche, ci fosse dietro lui, eppure non lo ero affatto.

"Come parli bene di tuo marito, come lo difendi dal papà cattivo ma ti devo forse ricordare che non sono io colui, che l'ha tradito e abbandonato come un cane?"

Dustin era un uomo senza scrupoli, diceva ciò che doveva dire per i suoi scopi ma quella frecciatina, fu come un lama in pieno petto che affondava sempre di più.

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