Nove mesi dopo.
Pov Christian
Quel secondo in cui tutto rallenta, i suoni si attutiscono e la concentrazione di tante persone, si focalizza su un unico movimento e sulle parole di un giudice sconosciuto ma per quel breve periodo delle nostre esistenze, fondamentale.
Lanciai uno sguardo verso il nostro avvocato e testimone, il quale aveva fatto il culo ai cattivoni per la durata dell'udienza.
Non aveva mai vacillato, neanche quando era stato chiamato per testimoniare. Ero certo che il mio uomo li avrebbe fatti finire in galera tutti quanti, in quel giorno speciale per noi.
Un anno.
Era mio marito da un anno esatto e in quel momento, più che mai, ammettevo a me stesso che Aiden, era stata l'unica decisione giusta.
"La corte dichiara l'imputato colpevole"
Ripresi a respirare solo dopo il suono del martelletto e Ryan dovette trattenermi o avrei scavalcato le panchine, per raggiungere Aiden e scoparmelo lì, in mezzo a tutti.
"Scusa, ma a te non è venuto duro?" sibilai, facendo cenno verso Eric, il quale aveva affiancato Aiden.
"Altroché" confermò, spalancando gli occhi.
"Ma non gli faccio perdere il posto perché tutta quella cazzutaggine me l'ha fatto venire di marmo"Scrollai le spalle, ammettendo che avesse ragione e solo allora, ci rendemmo conto che intorno a noi, le persone festeggiavano mentre pensavamo ai culi dei nostri mariti.
Aiden ed Eric, sorridenti e vittoriosi, vennero verso la nostra direzione e dopo uno sguardo d'intesa con Ryan, li bloccammo con un gesto della mano.
"Fermi lì""O non rispondiamo delle nostre azioni"
Gli occhi di Aiden scesero fino al cavallo, per poi tornare sul mio viso e inarcare un sopracciglio.
Alzai le mani in segno di resa, con un'espressione colpevole in volto.
"Non ho potere su di lui"**
Seguii la voce di Aiden per i corridoi, bloccandomi in mezzo, non ricordando momentaneamente dove fosse la camera da letto.
Mi guardai attorno, leggermente spaesato e sbuffai quando i miei occhi incrociarono un paio verdi e divertiti.
"Possibile che ancora non ti sia ambientato?" mi canzonò, avvicinandosi lentamente per poi stringermi attorno ai fianchi.
"Non è colpa mia, anzi tua. Non so come mi hai convinto a prendere una villa invece che un appartamento" borbottai, portando le mani al suo sedere tondo, stretto nei pantaloni di stoffa.
"Perché mi hai detto: ti darò tutto ciò che vuoi" sussurrò, afferrando il mio labbro inferiore tra i denti, per morderlo dolcemente.
"Guarda che mi riferivo al sesso" risposi, facendolo ridere mentre lo spingevo contro una porta a caso, lo avrei scopato in qualsiasi stanza fossimo andati a finire.
Ma nel notare pareti azzurre e una serie di aereoplanini sospesi in aria, sopra ad una culletta bianca, dovetti ricredermi.
"Dovrò seriamente imparare a orientarmi" borbottai, sbuffando una risata intanto che Aiden si girava tra le mie braccia, puntando lo sguardo alle lettere appese alla parete, una di seguito all'altra, a formare il nome Harlen.
"Dovrai imparare anche a pazientare, condividermi, non palparmi davanti all'esserino" elencò con un tono divertito.
"Il lato più difficile di essere un genitore" sospirai, posando il mento sulla sua spalla.
"Ma intanto che il baby Scott non c'è, approfittiamone" aggiunsi, oltrepassando con le dita, la stoffa della maglietta.

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Keep Me Safe
Ficção AdolescenteTre anni sono passati dalla pubblicazione di 'There you'll be' il libro di Christian Scott per sua madre Rachel Whitie Scott. Cosa sarà cambiato? Sequel di 'Everywhere where I am there you'll be'. STORIA A TEMATICA OMOSESSUALE.