Capitolo 81

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Pov Christian


Addentai il biscotto tra le mie dita, sentendo un paio di occhi puntati con insistenza sulla mia figura.

Alzai lo sguardo verso l'espressione accigliata di Leila, che come al solito, impastava qualcosa.

"Non capisco perché Aiden non sia qui con te, non avrete mica litigato?" indagò con fare sospettoso.

Avvertii una nota di tristezza nel sentire il suo nome. Mi mancava tanto e ogni qual volta che la mia mente si svuotava dai problemi, si riempiva dei suoi dettagli.

"Non abbiamo litigato, lui deve lavorare ed io volevo passare un po' di tempo con papà. È sempre solo" risposi, scrollando le spalle e riuscii in qualche modo a convincerla.

"Lo so bene! Io tento di spronarlo sempre a uscire, insomma è giovane e bello! Il mondo là fuori è pieno di donne che farebbero follie per uno come lui!" esclamò, provocandomi una smorfia di disgusto.

"Primo non voglio pensare a questo genere di cose, secondo non lo farebbe mai" ribadii, seguendola con lo sguardo mentre si accingeva a recuperare carta e penna per scrivere.

"Sono passati cinque anni ormai da quando tua mamma non c'è più. Ha avuto un'inutile relazione con Meredith tentando di colmare il vuoto. È un uomo buono, ha bisogno di una donna che lo renda felice! Avessi avuto dieci anni in meno, mi sarei buttata" finì con un tono scherzoso ma mi ero soffermato solo nel punto in cui aveva nominato la mamma.

Scossi la testa, ancor prima che i pensieri potessero di nuovo affollarsi.

"È la lista della spesa?" chiesi, sporgendomi a strappare dalle sue dita il foglietto.

"Sì devo compare alcune cose" rispose un po' accigliata.

"Vado io, avevo giusto intenzione di fare due passi" dissi con enfasi e senza darle modo di replicare, le schioccai un bacio sulla guancia e mezzo secondo dopo, ero già fuori.


**

Christian Scott e supermercato, erano decisamente due nomi da non usare nella stessa frase.

Mi aggiravo tra gli scomparti da qualcosa come mezz'ora e non avevo trovato neanche uno dei prodotti scritti nel foglio.

Spingevo un carrello vuoto, sotto lo sguardo stranito delle persone, come un idiota.

Alla fine, decisi di riempirlo con svariati cibi, sperando di beccare almeno uno della lista.

Armato di pazienza e decine di litri di birra, proseguii nella corsia, osservandomi attorno finché il mio carrello con un tonfo assordante, si scontrò con un altro carrello, sbucato dall'angolo.

Feci per scusarmi ma le parole mi morirono in gola nel trovarmi davanti ricci biondi, occhi azzurri, fossette.

"Dawson" affermai con un tono più che sprezzante.

Ovviamente mister fossette di 'sto cazzo, sorrise come suo solito, innervosendomi solo di più.

Ma possibile che l'unica volta in cui tornavo a casa per qualche giorno, mi dovevo trovare davanti quell'essere?

"Ti ricordi come mi chiamo allora!" osservò in una battuta alla quale rise solo lui.

"Oh beh, mi ricordo di averti dato parecchi soprannomi del tipo Dawson fossette di 'sto cazzo o testa riccia e credo di averti chiamato più volte sacco di pupù davanti a Caleb" dissi, stampandomi in faccia il più falso dei sorrisi.

"Noto che non hai perso il sarcasmo!" rise e se fossero stati legali gli omicidi con carrello a quest'ora, avrebbe avuto ben poco da ridere.

"E tu hai ancora la paresi facciale a quanto pare" ribattei in piena libertà.

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