Capitolo 77

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Pov Isabel





"Che cosa? La chiesa è prenotata?! Ma non è possibile! Dover ha migliaia di chiese e sono tutte occupate per questa data? Mi sta prendendo in giro?!" sbottò Tessa al telefono con la malcapitata all'altro capo, sotto lo sguardo dispiaciuto di Jonathan e allibito di Max.

Gli occhi azzurri del mio migliore amico, scattarono su di me, facendo alzare i miei, al cielo.

"Per la millesima volta Max: tu non hai il potere di sfasciare un matrimonio, okay? Questa è solo una serie di coincidenze di cui tu non sei l'artefice" bisbigliai, gesticolando per chiarire il concetto.

"E tu che ne sai?" ribatté a bassa voce.

"Io lo so! Lo so da sempre! Noi siamo qui per mano di una persona molto psicotica che ci impone il nostro destino!" esclamai talmente forte, da attirare l'attenzione di tutto il vicinato.

"Dio?" ipotizzò Jonathan.

"Mh, qualcosa del genere ma ho l'impressione che sia femmina, sai tutto questo non donare gioie deve essere a causa di sbalzi d'umore da ciclo, misti a paranoie esistenziali e una mente molto sadica" asserii, afferrando una bottiglia di birra dal tavolo.

I due mi guardavano straniti mentre io rimanevo più che convinta della mia idea.

"Non credo che offendendo Dio o 'lei' riuscirai ad ottenere le 'famose gioie' " osservò Jonathan sempre più accigliato, virgolettando la maggior parte delle parole.

"Oh tesoro, peggio di così, può solo farmi finire sotto un tram" replicai, godendo d'un sorso del liquido fresco e amaro.

Tessa rientrò come un fulmine dalla cucina e posò lo sguardo su di noi.

"State pensando a un'idea per risolvere la situazione?" domandò, notando il nostro confabulare.

"Certo" mentimmo all'unisono, non potevamo mica dire alla schizzata che stavamo parlando di gran stronzate, come nostro solito.

"Perfetto! Vado a fare altre chiamate ma prima di questo.." iniziò, avvicinandosi con fare minaccioso e una sposa arrabbiata, con i nervi a fior di pelle, non si augurava a nessuno.

"Il giorno prima delle nozze, quando sarò riuscita a raggiungere una data, voi stronzetti, rimarrete tutti rinchiusi in casa! Sia mai che qualche bastardo voglia rapire qualcun altro!" sbottò, puntandoci contro il telefono, il quale fece più paura di un mitra, in quel momento.

Annuii lentamente e gli altri due fecero lo stesso, Tessa ci sorrise in modo più che inquietante e ritornò sui suoi passi per poi salire al piano superiore.

"Questo è uno dei motivi per cui non mi sposerò mai. Preparare il matrimonio rende anche le donne più dolci, belve indemoniate!" sbottai, rabbrividendo al ricordo del ghigno che ci aveva rivolto.

"Mai dire mai" sospirò Max, beccandosi un'occhiataccia.

"Anche se fosse, passerei tutto il tempo a dire 'Fiumi di alcool per la sposa' e tutti dovranno accontentarmi" presi un altro sorso di birra, scrollando le spalle.

"Intendi nel giorno della cerimonia" puntualizzò Max, allungando entrambe le gambe sopra il tavolino, sotto lo sguardo contrariato di Jonathan, il quale gli diede una bella gomitata.

"Certo" confermai.
"Il giorno della cerimonia e tutti i mesi antecedenti di preparazione"

Ci guardammo l'un l'altro, scoppiando a ridere per la mia battuta che non si allontanava molto dalla realtà.

"Comunque credo che Dio o la persona di sesso non definito che scrive il nostro destino, in fondo ma proprio in fondo, ci voglia bene" se ne uscì così Jonathan, facendo annuire Max.

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